Sembra ormai infinita a Castelvetrano la distanza tra i 5 Stelle di Enzo Alfano e le opposizioni.
La bocciatura del bilancio consolidato 2021 avvenuta una settimana fa, ne è l’ennesima prova.
Un atto importante, si è detto in tutte le salse, che sarebbe stato meglio approvare.
Un atto che però, tra i non addetti ai lavori, pochi conoscono.
È fatto dal rendiconto più il bilancio delle partecipate. Il comune di Castelvetrano partecipa in 2 aziende: la SRR, che si occupa dei rifiuti, e il GAC, Gruppo Azione Costiera “il Sole e l'azzurro tra Selinunte Sciacca e Vigata”. Il GAC però ha una percentuale di partecipazione che non raggiunge la soglia di rilevanza. Praticamente di partecipata ce n’è solo una.
È però previsto il passaggio in consiglio comunale e se non si approva, non si possono fare i trasferimenti delle somme che lo Stato dà ai comuni. Ma non si possono nemmeno fare le stabilizzazioni dei lavoratori precari del comune. Attenzione, non è che se passa il consolidato, arrivano le stabilizzazioni per tutti. Quello no. Però è una condizione.
Cos’è successo?
Il bilancio consolidato è arrivato in comune, ma non è stato discusso. Il sindaco e l’assessore al bilancio erano assenti e si è passati direttamente alle dichiarazioni di voto e alla votazione.
E dato che la maggioranza non aveva i numeri e l’opposizione sì, quest’ultima ha votato contro, bocciandolo. Non per motivi tecnici, ma politici.
Di solito funziona che le delibere vengono trasmesse alle commissioni consiliari, che hanno 15 giorni di tempo per studiarle. Il bilancio consolidato però fa eccezione: viene portato direttamente in consiglio comunale senza passare dalle commissioni.
E allora una parte dell’opposizione non l’ha approvato perché non ha avuto la possibilità di studiarselo. Qualcun altro invece, avendo votato a sfavore il bilancio consuntivo 2021, ha detto no per coerenza.
In ogni caso però il bilancio consolidato non può essere emendato: il consiglio comunale può solo prenderne atto, ma non può modificarlo.
È una bocciatura tra le tante. Il consiglio comunale ha sempre bocciato i bilanci, approvandoli soltanto quando c’è il rischio dello scioglimento. Non quello del comune (sindaco compreso) ma quello del solo consiglio comunale. Cosa che non converrebbe a nessuno. Soprattutto all’opposizione, che si ritroverebbe fuori dai giochi, lasciando l’amministrazione della città al timone solitario del sindaco.
E adesso che succederà? Non essendo previsto nemmeno l’intervento di un commissario ad acta, il consolidato ritornerà in consiglio comunale. E a questo punto è probabile che verrà approvato. Anche perché l’opposizione ha già dato il segnale politico in prima battuta. E poi non potrebbe più dire di non aver avuto il tempo per studiarselo.
Intanto ieri è arrivato in consiglio il bilancio di previsione 2023/2024. Che è stato approvato, seppur emendato e con la chiara sottolineatura dell’intera opposizione di aver fatto soltanto una scelta tecnica. Anche perché, se l’avessero bocciato, sarebbero andati tutti a casa, visto che il commissario ad acta aveva già fatto la diffida.
Probabilmente toccherà la stessa sorte anche al rendiconto 2022 e al bilancio successivo: prima bocciati e poi approvati dopo l’intervento del commissario.
Nel 2023 arriverà di nuovo il momento del Consolidato (stavolta del 2022). E non c’è niente che possa far pensare che non verrà bocciato (almeno in prima battuta), proprio come quello di quest’anno.
E’ una storia che va avanti da circa tre anni. Da quando cioè il sindaco Alfano ha perso la maggioranza. Per recuperare aveva aperto all’opposizione, ma la cosa non era andata a buon fine.
Colpa dell’opposizione che ha rifiutato, dicono i 5 Stelle.
Colpa del sindaco che non ha fatto una vera apertura, dice l’opposizione.
Opposizione che oggi è diventata maggioranza, visto che può contare su 14 consiglieri su 24. E se non c’è la sua volontà, tutto ciò che arriva in consiglio comunale viene bocciato. Certo, ci si chiede se queste bocciature siano un danno per la città. Alcune lo sono sicuramente.
Ma di chi è la colpa?
I 5 Stelle dicono che è dell’opposizione che fa ostruzionismo anche per quegli atti che sarebbe opportuno approvare per il bene della città.
L’opposizione dice che è colpa del sindaco che, nonostante non abbia più i numeri per governare, non si dimette.
Se però il sindaco si dimettesse, andrebbero tutti a casa lo stesso (5 Stelle e opposizione) e, dopo un breve periodo di commissariamento, ci sarebbero nuove elezioni.
Ora, a parte quelli di lungo corso con una buona base elettorale e Calogero Martire, che non avrebbe praticamente rivali per la poltrona di sindaco, gli altri consiglieri davvero sarebbero sicuri di essere rieletti? Al momento è difficile dirlo.
In tutto questo c’è una buona notizia: il dissesto finanziario cesserà il 31 dicembre di quest’anno.
Certo, non vuol dire che dal primo gennaio Castelvetrano diventerà di colpo un comune ricco e che torneranno i famosi “contributi a pioggia” per tutte le associazioni.
Sarà comunque un periodo duro. Anche per il prossimo sindaco.
Egidio Morici