L’amministrazione comunale di Mazara del Vallo, guidata dal sindaco Salvatore Quinci, non vivrà un Natale proprio sereno.
Da qualche giorno è tornata centrale la questione legata alla mozione di sfiducia, che adesso non è solo più una ipotesi. Si parte dal fatto, intanto, che il sindaco non ha più alcuna maggioranza in consiglio comunale e che la mozione di sfiducia vede come primo firmatario Matteo Bommarito, poi ci sono i consiglieri Girolamo Bilardello, Maurizio Pipitone e Antonella Coronetta del M5S, così come Giorgio Randazzo di Fratelli d’Italia.
I tre consiglieri del Movimento Cinque Stelle hanno chiarito il perché della sfiducia: “Il Movimento 5 Stelle non può più essere complice di una totale inefficienza amministrativa ed un'assoluta incapacità politica che gravano sul benessere della nostra Mazara e quindi la firma della Mozione di Sfiducia al Sindaco Quinci è stato un atto doveroso per cercare di cambiare rotta.Il M5S invita anche gli altri gruppi politici di opposizione, che ad oggi hanno soltanto a parole in Consiglio Comunale evidenziato il fallimento di questo Sindaco ma non sono stati mai consequenziali, ad essere coerenti e sottoscrivere la mozione di sfiducia al primo cittadino e alla sua squadra. Si richiama alla responsabilità tutti quei consiglieri comunali che hanno a cuore le sorti della nostra città e la vogliono libera. Abbiamo bisogno di una guida responsabile, attenta, in grado di dialogare, che guardi al futuro e al buon funzionamento dei servizi rivolti ai cittadini e porti avanti progetti di sostanza. Liberiamo la città che è preda di numerosi problemi ai quali però non si pensa minimamente di trovare soluzioni concrete e strategiche. I cittadini non vogliono una città Meravigliosa ma una città normale!”.
Adesso la parola passerà al consiglio comunale, nella prossima convocazione, perché la sfiducia per essere discussa in Aula ha bisogno di almeno dieci firme, ad oggi ce ne sono 5 apposte, bisognerà comprendere che tipo di ragionamento politico avvieranno altri consiglieri di opposizione, come il gruppo del Pd composto da Giuseppe Palermo, Stefania Marascia e Giacchiano Emmola; altra posizione è quella degli ex UDC con Pietro Marino in testa, Ilenia Quinci, Enza Chirco e Nicola Norrito.
Anche se la mozione dovesse riuscire ad ottenere 10 firme, quindi arrivare in consiglio comunale, per essere approvata necessità del voto favorevole di 16 consiglieri.