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29/12/2022 06:00:00

Un sondaggio dice che Schifani è popolare. Ma intanto non riesce a fare la manovra

 Se si dovesse votare oggi per le elezioni del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani otterrebbe il 47% dei consensi, cioè il 5% in più rispetto al risultato delle elezioni regionali del 25 settembre. È quanto emerge da un sondaggio realizzato da Noto per l'agenzia Italpress, su un campione di mille abitanti nell'Isola.

Va detto che il sondaggio non è stato accompagnato da nota metodologica (o meglio, non compare sul sito dell'Italpress), quindi va preso con le pinze. 

«In queste settimane nelle quali ho avuto il piacere di collaborare con il presidente Schifani – commenta il sondaggio l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo - ho potuto apprezzarne innanzitutto le qualità morali, ma anche la volontà di prendere decisioni di interesse per i siciliani a partire dalle grandi riforme che intende avviare in settori nevralgici della Regione, come la Cts, le ex Province e lo snellimento dei processi burocratici. Questo governo, senza dubbio, sta trasmettendo un grande segnale di ottimismo e di voglia di fare che i cittadini stanno percependo pienamente e apprezzando».

Secondo il sondaggio, effettuato tra il 20 e il 22 dicembre, la fiducia per Schifani resta molta/abbastanza alta per il 49% del totale del campione (il 96% tra i suoi stessi elettori, il 32% tra gli elettori di Cateno De Luca e il 26% per quelli di Caterina Chinnici). Inoltre, per il 42% degli intervistati il governatore riuscirà a migliorare le condizioni economiche della Sicilia nel corso dei prossimi anni, per il 34% non ce la farà, mentre il 24% è senza opinione. Per il 46% Schifani ha le qualità per migliorare la reputazione dell'Isola a livello nazionale (con punte dell'85% tra i suoi elettori), mentre il 34% pensa che non la migliorerà.

“Il gradimento al 49% dei cittadini siciliani sul governo Schifani, stimato dal sondaggio della demoscopica Noto, è un dato estremamente positivo. La Lega sta facendo la sua parte per sostenere al meglio il nuovo governo della Sicilia. Siamo certi che non appena approveremo il primo bilancio della Regione di questa legislatura, l’attività amministrativa si dispiegherà in maniera efficace per realizzare il programma con il quale ci siamo presentati ai siciliani. La guida del presidente Schifani si sta dimostrando forte e autorevole, e già ci sono i primi risultati anche in materia finanziaria nei rapporti Stato-Regione”. Lo afferma Marianna Caronia, capogruppo di Lega-Prima l’Italia all’Assemblea regionale siciliana.

Ma intanto il governo Schifani subisce le conseguenze dell'accordo spalma - debiti con Roma. Da qui al 2029, infatti,  nessun dirigente della Regione che andrà in pensione potrà essere sostituito. E solo un quarto degli impiegati potrà lasciare il posto a un neo assunto. E' uno degli effetti collaterali dell'intesa. Nei prossimi anni 420 degli oltre 800 dirigenti della Regione Siciliana andranno via senza possibilità di essere sostituiti. L'opposizione, Cracolici in testa, attacca il governo regionale. Schifani, dal canto suo, dice che, una volta approvata la Finanziaria e messi al sicuro i conti della Regione, proverà a ridiscutere queste clausole. 


“Un aggettivo per definire questo governo? Approssimativo. Approssimativo in tutte le fasi dell’accordo con lo Stato: dal viaggio a Roma, al trattamento riservato al Parlamento, alla scrittura di queste norme. Con l’apoteosi della rinuncia a una somma che non è nemmeno in grado di quantificare, quando, prima di muoversi, in assurda autonomia, avrebbe dovuto conoscerla nel dettaglio. A questo punto ci chiediamo in che mani siamo finiti?”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca. “Considerato – continua De Luca - che questo governo rivendica continuità con l’esecutivo pessimo di Musumeci non ci meravigliamo di questo disastroso percorso che preannuncia tempi non buoni per i siciliani. L'assessore Falcone porti a conoscenza dell'aula le carte e i risultati prodotti dal tavolo tecnico tra Stato e Regione sul tema e ci consenta di valutare l'operato del precedente e di questo governo regionale invece di andare a tentoni, firmando accordi alla cieca e informi il parlamento di quanto sta accadendo. Schifani a inizio legislatura aveva garantito che soprattutto nelle questioni più delicate avrebbe aperto un confronto schietto e leale col Parlamento e invece, in un’occasione importante come questa, ha snobbato l’aula, senza nemmeno la copertura di una delibera di giunta, e quindi della sua stessa maggioranza. Ad oggi ci sono tutte le premesse di fare peggio dei precedenti esecutivi, ed è quanto dire”.

 

“Cronaca di un flop annunciato. Eravamo pronti ad approvare l’esercizio provvisorio ma alla prova dei fatti il governo Schifani è riuscito a fare peggio di quanto ci aspettassimo. La Sicilia chiuderà l’anno senza alcuna manovra economica, senza esercizio provvisorio ed inizierà il nuovo anno nella più restrittiva delle condizioni finanziarie: la gestione provvisoria, in pratica la regione potrà pagare solo le spese strettamente obbligatorie. Il governo Schifani, insomma, aveva annunciato di partire in quarta ed invece ha messo la retromarcia”. Lo dice Michele Catanzaro capogruppo del Pd all’Ars che nel suo intervento in Aula è tornato anche sui contenuti del recente accordo tra Stato e Regione. “È stato un gioco al ribasso per la Sicilia e rappresenta uno schiaffo al principio ‘leale collaborazione’ tra Stato e Regione”.