Aveva firmato la mozione di sfiducia al sindaco di Mazara, Salvatore Quinci, Gioacchino Emmola, poi folgorato sulla via di un assessorato e allora quella che era una amministrazione da mandare a casa, e pure subito, è diventata “straordinaria”.
Il dato politico della firma alla mozione di sfiducia diventa un dato personale, fare l’assessore vale più di una mozione.
Quindi Emmola in questi anni non ha vissuto l’amministrazione, non si è reso conto di quello che è stato fatto e di ciò che non ha fatto. Adesso per Emmola il sindaco ha lavorato benissimo, parola di neo assessore.
Anche il sindaco Quinci ne esce sconfitto da questo modo di incastrare le caselle, ha disinnescato due firme sulla mozione (quella di Emmola e quella di Bommarito) ma non ha pacificato gli animi di una città che, ancora adesso, mugugna contro il Primo Cittadino.
L’esempio in politica vale tanto quanto le azioni amministrative, consegnare assessorati solo per il ritiro di una mozione espone non solo il sindaco ma tutta l’amministrazione a una grande fragilità, lontano da una politica che dovrebbe avere livelli più alti.
Emmola dichiara di avere il diritto di fare l’assessore perché ha consegnato al sindaco 670 voti, ha contribuito alla vittoria insomma.
Un anno e mezzo a nuove elezioni ma il sindaco Quinci non può ulteriormente perdere terreno, sa che dall’altra parte il competitor Nicola Cristaldi sta lavorando per la candidatura e che gode ancora di ampio consenso tra i mazaresi, se si votasse domani Cristaldi tornerebbe a fare il sindaco della città.
I Futuristi lavorano in maniera serrata, le liste sono quasi pronte, bisogna comprendere cosa farà Fratelli d’Italia, se si spaccherà o se unitamente sceglierà Quinci ovvero Cristaldi.
Sulla candidatura dell’ex sindaco però sembra che ci siano dei dubbi, pare infatti che abbia ancora un debito aperto con il Comune.
Il consiglio comunale di Mazara, intanto, torna in Aula il 16 gennaio, si discuterà la relazione triennale del programma politico-amministrativo del sindaco Quinci, e poi anche il 23 Gennaio per la discussione e la votazione della mozione di sfiducia. E' stata firmata da 12 consiglieri comunali dell’opposizione (Randazzo, Coronetta, Billardello, Pipitone, Gilante, Bonanno, Palermo, Marascia, Marino, Chirco, Quinci e Norrito); per approvarla servirebbero 15 firme. Hanno ritirato invece le loro firme i consiglieri Gioacchno Emmola e il primo firmatario Matteo Bommarito a seguito della loro nomina ad assessori comunali.
Rossana Titone