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20/01/2023 09:02:00

Messina Denaro, il punto sulle indagini: gli amici, i covi, la piazza di Castelvetrano

Facciamo il punto su ciò che sta accadendo dopo la cattura di Matteo Messina Denaro.

Le indagini su Matteo Messina Denaro sono concentrate su un taccuino rinvenuto in uno dei suoi covi, quello di via Maggiore Toselli, dove il boss teneva documenti, abiti di lusso e pietre preziose. Si tratta di una sorta di libro mastro, sul quale MMD aveva registrato nomi, numeri di telefono ed entrate in denaro. I primi appunti risalgono al 2016. Grazie a quel taccuino, i carabinieri sperano di poter ricostruire la rete di fiancheggiatori che hanno garantito la sua trentennale latitanza.

Scrive Avvenire: «Matteo Messina Denaro ha “marcato visita”, chiedendo e ottenendo in carcere il controllo urgente di un medico specialista. Intanto le videocamere del penitenziario inquadravano una sedia vuota, in collegamento con il tribunale di Caltanissetta, dove è in corso il processo per le stragi degli anni Novanta. Fino a quando gli schermi non si sono spenti. Il silenzio del padrino serve anche a rassicurare la rete di protezione, quella sul terreno e quella nei Palazzi. Nel linguaggio di Cosa nostra è un messaggio inequivocabile».

A Castelvetrano,  dove MMD è nato e cresciuto, hanno organizzato una manifestazione contro la mafia. Appuntamento nella piazzetta della chiesa, a venti metri dalla casa dove vivono le sorelle Messina Denaro. Sagrato invaso da telecamere, giornalisti e poliziotti, il prete che fa suonare le campane, etc. Ma si sono presentate solo una trentina di persone. Il sindaco, Ezio Alfano, dice di aspettare a trarre conclusioni affrettate: «C’è poca gente anche perché questa è la terza manifestazione che si svolge in tre giorni. E poi c’è stato poco preavviso, forse la gente non ha avuto il tempo di organizzarsi…»  Qui il servizio di Tp24.

Secondo La Stampa,  tolti giornalisti, poliziotti e bambini, erano 24.

Gli inquirenti ieri hanno trovato il terzo covo di Matteo Messina Denaro: si tratta di un appartamento dagli spazi molto ampi in centro a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani. Il boss vi avrebbe vissuto fino allo scorso giugno. Ora l’appartamento è completamente vuoto, in attesa di essere venduto.

Ricapitolando: in vicolo San Vito – 60 mq al piano terra con camera da letto, bagno, palestrina, soggiorno e cucina – c’era il primo covo del boss, dove sono stati scovati i suoi appunti e dove incontrava le sue donne; in via Maggiore Toselli 32/23, il secondo covo, dove è stato scoperto il caveau contenente gioelli, pietre preziose e abiti di lusso; in via san Giovanni 214, il terzo covo, dove MMD ha vissuto fino allo scorso giugno; in via Marsala 54 abitava il vero Andrea Bonafede, prestanome del boss; in via san Giovanni 262 abitava Giovani Luppino, l’uomo che lunedì lo ha accompagnato in auto alla clinica di Palermo.

Qui abbiamo fatto una mappa. 

Giovanni Luppino, l’agricoltore di Campobello di Mazara che lunedì aveva accompagnato in ospedale Matteo Messina Denaro, dice di non sapere chi fosse l’uomo per il quale ha fatto il tassista. «Mi ha chiesto quella mattina di accompagnarlo all’alba e io gli ho fatto una cortesia. Me l’aveva presentato Andrea Bonafede, sapevo che era un suo parente. Se avessi saputo che era il latitante non l’avrei accompagnato: solo un pazzo lo avrebbe fatto». Il pm non gli ha creduto: «Impossibile che non sapesse», tanto più, che quando i carabinieri del Ros lo hanno acciuffato aveva addosso un coltello a serramanico dalla lama lunga 18,5 centimetri. L’arresto è stato convalidato.

I due erano vicini di casa. Luppino abita al 262 di via San Giovanni, accanto al terzo covo di Messina Denaro, scoperto ieri pomeriggio, dove il boss ha abitato fino a giugno.