L'obbligo vaccinale introdotto per il Covid per il personale sanitario non costituisce una misura irragionevole né sproporzionata se l'obiettivo è quello di prevenire la diffusione del virus e di salvaguardare la funzionalità del sistema sanitario.
Lo sottolinea la Corte costituzionale nelle motivazioni della sentenza n.14 del 2023 , pronunciata il primo dicembre scorso e che è stata depositata oggi.
Inoltre la previsione, per i lavoratori impiegati in strutture residenziali, socio-assistenziali e socio-sanitarie, dell'obbligo vaccinale per la prevenzione dell'infezione da Sars-Cov-2 anziché di quello di sottoporsi ai relativi test diagnostici (c.d. tampone), non ha costituito una soluzione irragionevole o sproporzionata rispetto ai dati scientifici disponibili.
Lo sottolinea la Corte costituzionale nella sentenza n.15 del 2023 (redattore Stefano Petitti) depositata oggi e pronunciata il primo dicembre dello scorso anno.
"Le sentenze depositate oggi dai giudici della Corte Costituzionale in materia di obbligo vaccinale costituiscono un grande riconoscimento delle ragioni della scienza e della tutela della salute collettiva". Così il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, commenta le decisioni della Consulta in merito all'obbligo vaccinale anti-Covid per gli operatori sanitari.
"Le ragioni della scienza sulla efficacia dei vaccini per la protezione della popolazione sono state riconosciute - continua Anelli - così come sono state testimoniate dalla adesione della stragrande maggioranza degli italiani, che si sono sottoposti alla vaccinazione, e dai 470.000 medici e odontoiatri italiani che hanno adempiuto all'obbligo vaccinale: il 99,2%, ossia la quasi totalità. La Corte ha ritenuto infatti che la scelta assunta dal legislatore al fine di prevenire la diffusione del virus, limitandone la circolazione, non possa ritenersi né irragionevole né sproporzionata. E questo alla luce dei dati epidemiologici e delle evidenze scientifiche disponibili". La Corte, spiega Anelli, "ha ribadito con chiarezza che l'articolo 32 della Costituzione affida al legislatore il compito di contemperare il diritto alla salute del singolo con il coesistente diritto degli altri e quindi con l'interesse della collettività. E ciò in considerazione del rilievo costituzionale della salute come interesse della collettività".
Il bollettino settimanale
Nella settimana dal 30 gennaio al 5 febbraio si è registrato in Sicilia ancora un netto calo delle nuove infezioni da Covid-19, in linea con la tendenza nel territorio nazionale. I nuovi positivi sono stati 2.416 (-21,91% rispetto alla settimana precedente), con un valore cumulativo di 50 ogni 100.000 abitanti. Il tasso di nuovi positivi più elevato rispetto alla media regionale si è registrato nelle province di Siracusa (69/100.000), Messina (66/100.000) e Palermo (59/100.000). Le fasce d’età maggiormente a rischio risultano quelle degli over 90 (90/100.000), tra gli 80 e gli 89 anni (89/100.000) e tra i 60 e i 69 anni (72/100.000).
I dati sono contenuti nell'ultimo bollettino settimanale a cura del dipartimento per le Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell'assessorato della Salute della Regione Siciliana.
In base a quanto riportato nel documento, le nuove ospedalizzazioni sono in diminuzione, sebbene la diffusione dei contagi pregressi si rifletta ancora su una prevalenza di soggetti ospedalizzati con positività concomitante da Covid-19. Si conferma pertanto una situazione epidemica acuta, con un'incidenza ancora elevata ma un'ospedalizzazione in proporzione più contenuta. L’epidemia rimane in una fase delicata con un livello ancora significativo di diffusione virale, ma con una ricaduta sulle nuove ospedalizzazioni più contenuta rispetto ai periodi precedenti.
Per quanto riguarda la campagna vaccinale in Sicilia, i dati sono aggiornati al 7 febbraio. Nel target 5-11 anni, i vaccinati con almeno una dose si attestano al 23,69% del target regionale. Sono 62.752 i bambini, pari al 20,36%, che risultano vaccinati con ciclo primario completato. Nel target over 12 i vaccinati con almeno una dose sono il 90,97%. I soggetti che hanno completato il ciclo primario si attestano all'89,59%. Sono ancora 1.058.087 i cittadini che, pur avendone diritto, non hanno effettuato la terza dose. Nello specifico, i vaccinati con dose aggiuntiva/booster sono 2.773.206 pari al 72,38% degli aventi diritto. In Sicilia sono state effettuate complessivamente 240.503 somministrazioni di quarta dose, di cui 211.704 a soggetti over 60, e 8.824 quinte dosi.