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26/02/2023 06:00:00

Droga, violenza, degrado. L'inchiesta sullo spaccio a Marsala

 In questi giorni, su Tp24, abbiamo ricostruito cosa gira intorno allo spaccio di droga a Marsala. La piazza di spaccio di Sappusi è stata smantellata alcuni giorni fa con l’operazione antidroga “Virgilio”.
Un’inchiesta dalla quale sono emersi non solo i modus operandi e la spregiudicatezza dei gruppi di spacciatori, ma anche gli aspetti drammatici del mondo della dipendenza e dei consumatori di stupefacenti a Marsala.

Che ci fosse un gran giro di droghe pesanti a Marsala si era intuito in questi anni. Sempre più voci, segnalazioni, volti “mutati” e scavati sono circolati. Soprattutto tra i più giovani.
Ci dicevano che il crack stava diventando la droga più venduta e più devastante per i consumatori. E così è. Costa poco, garantisce agli spacciatori un guadagno costante, ma agli assuntori una vita a pezzi. Una droga, il crack, che ti dà una “botta” immediata, poi, passato tutto, dopo pochi minuti, ne vuoi ancora, e ancora.

Abbiamo raccontato dei tre gruppi di spacciatori che si erano spartiti la piazza di spaccio di Sappusi, tutti e tre guidati da donne che facevano funzionare l’attività con mentalità imprenditoriale e potevano movimentare grossi quantitativi di stupefacente. Cocaina, crack, eroina. Stupefacenti spesso tagliati male, sintetizzati con formule fai da te, quasi fosse un dolce da cucinare in casa. Invece quella roba andava ai disperati, nel menefreghismo degli spacciatori. Uno dei filoni dell’indagine parte proprio dalla morte, per overdose, di una donna, trovata senza vita in un’auto nel quartiere di Amabilina. Una ragazza sfortunata, che non ha trovato la via d’uscita.


Droga che i consumatori pagavano in ogni modo.
C’era anche chi dava agli spacciatori la carta del reddito di cittadinanza, con il Pin, per pagare la droga. O la ragazza che dà la patente come garanzia. Tossicodipendenti di cui si approfittano gli spacciatori. Storie drammatiche, la più esemplare, quella dell’uomo della cosiddetta “Marsala bene” che in meno di un anno ha comprato oltre 70 mila euro di sostanza stupefacente e si è indebitato fino al collo. Quando vengono arrestati i gruppi di spacciatori deve dare 26 mila euro. Per comprare la droga avrebbe dato tutto, collanine, auto, moto. Tutto. Una dipendenza che ha portato anche tanta violenza, come spesso accade. E qui c’è il dramma familiare di una madre e di una zia ripetutamente vessate e aggredite per avere i soldi. I familiari hanno così denunciato il giovane, e da lì è partita anche un’altra parte dell’indagine.
Il tossicodipendente è completamente sottomesso ai suoi spacciatori, poi però torna a casa e diventa violento.

C’è la storia di un altro consumatore, che per un debito di 200 euro viene brutalmente picchiato in centro storico. Solo dopo questo episodio decide di raccontare, e chiedere aiuto. Oggi si trova nella comunità terapeutica di San Patrignano, e la speranza è che possa tornare un ragazzo libero dalle dipendenze.

Sullo sfondo c’è un quartiere, quello di Sappusi, e i suoi abitanti. Molti hanno denunciato il degrado e la violenza. Un rione popolare che negli anni sembrava aver conosciuto un po’ di riqualificazione. Il lungomare Salinella, aveva mitigato quell’isolamento dal resto della città che fino a qualche anno fa faceva di Sappusi un quartiere invalicabile. Ultimamente è stato realizzato un parco giochi, con dei campetti di calcetto e basket. C’è un centro sociale in cui le associazioni che vi operano tentano in tutti i modi di togliere i ragazzi dalla strada, da un mondo di criminalità e violenza.

Ma spesso sembra che le istituzioni lascino al loro destino i rioni più difficili. Sappusi, come Amabilina, o via Istria.
E più di tutti c’è un luogo, simbolo dell’abbandono, del brutto che prende il sopravvento, e “autorizza” degrado e violenza.

E’ l’ex scuola Lombardo Radice. La scuola della morte, la scuola della droga. Ne abbiamo parlato più volte su Tp24 di come quell’edificio rappresenti una vergogna enorme per il quartiere e per la città. Quella che era una scuola è diventata un luogo di droga, di vite perse, di morte. Basterebbe recuperare quella scuola per dire “ci siamo”. Per dare a Sappusi, e di riflesso agli altri quartieri popolari, una speranza. Restituire normalità, quella di cui hanno bisogno le ragazze e i ragazzi che vivono il dramma della tossicodipendenza.
 

Qui la prima puntata della nostra inchiesta. 

Qui la seconda. Qui la terza. Qui la quarta. Qui la quinta.