Per quanto ci crediamo assolti, siamo per sempre coinvolti.
Da carico residuale a povere vittime è un attimo. Il momento di discrimine consiste nell'essere vivi o essere morti. Nello spazio che intercorre tra le due condizioni ci si accanisce contro quanti avrebbero potuto fare la differenza. Questa volta gli Alan Kurdi spiaggiati sono tanti, ma nessuno si sognerebbe più di fotografarli. Non è concepibile ormai immortalare lo strazio di un corpicino senza vita che rotola sulla spiaggia mosso dall'andirivieni della risacca. Saranno un centinaio i morti, dicono, ma probabilmente anche di più.
Non bisogna speculare sulle tragedie, giusto. Così come è giusto non cercare voti assicurando strette sul tema delle immigrazioni. Perché poi devi dimostrare che ti stai occupando del problema e non sapendo fare di meglio te la prendi con le Ong che si macchiano della grave colpa di salvare i naufraghi un attimo prima che diventino povere vittime.
Mi è tornato in mente Roberto Saviano, lo hanno denunciato per aver detto queste parole in televisione:
"Vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame detto sulle Ong: "taxi del mare", "crociere"… ma viene solo da dire bastardi. A Meloni, a Salvini, bastardi, come avete potuto? Come è stato possibile, tutto questo dolore descriverlo così?".
Ma subito dopo mi sono ricordata anche di un'altra tragedia, quella di Portopalo nel lontano 1996, furono duecentottantatre le vittime allora e quella volta i bastardi sono stati altri: i media italiani che avevano archiviato la notizia in due giorni, in quel caso c'era in gioco il Trattato di Schengen e l'Italia non poteva mostrarsi debole nel controllo delle proprie coste, il Governo era di Centro-sinistra allora e arrivò persino a negare l'accaduto.
Ma la ferita più grande fu un'altra, i pescatori di Portopalo che ripescarono i corpi dei naufraghi incagliati nelle reti da pesca e non denunciarono alle autorità i ritrovamenti, temendo il sequestro delle loro imbarcazioni o il divieto di pesca nello specchio di mare interessato. Rigettarono in mare i corpi dopo averli liberati dalla rete. E questa immagine ancora mi fa vergognare di essere siciliana. A riscattare parzialmente questo orrore ci ha pensato un pescatore del posto, uno solo: Salvatore Lupo. Ma la sua denuncia alle autorità non venne presa sul serio. Si dovrà aspettare l'inchiesta giornalistica di Giovanni Maria Bellu per sapere la verità, il solo che ha dato credito al racconto di Salvatore Lupo.
Bisogna fermare le partenze, il leitmotiv degli esponenti di governo. Giusto, fatelo allora se ne siete capaci! Nell'agenda di governo però la priorità è un'altra: le concessioni balneari, si rischiano i fondi del Pnrr. La bella stagione sta per arrivare, bisogna cominciare ad attrezzare le spiagge, ripulirle dai rottami delle imbarcazioni naufragate, controllare che non vi siano imbarazzanti resti di carichi residuali.
Consigli per la visione:la puntata di Blu Notte dedicata al naufragio fantasma di Porto Palo.
Consigli per la lettura: I fantasmi di Portopalo di Giovanni Maria Bellu
Katia Regina