L’evento locale si costituisce come parte della XXXI edizione delle Giornate FAI di Primavera,
che si terrà a livello nazionale, e offrirà l’opportunità di scoprire e riscoprire sorprendenti tesori di cultura, natura, e tradizioni del territorio prossimo alle nostre città. Un fine settimana per riscoprire e rivivere luoghi speciali che rivelano una straordinaria ricchezza.
L’evento proposto dal Gruppo FAI di Alcamo perfettamente si inserisce nel quadro nazionale, basato in Sicilia – in questa XXXI edizione – sui Grand Tour. Il Grand Tour era un lungo viaggio intrapreso dai ricchi dell'aristocrazia europea a partire dal XVIII secolo e destinato a perfezionare il loro sapere. Aveva una durata non definita e di solito aveva come destinazione l'Italia.
Lo stesso J. W. Goethe nella sua opera “Viaggio in Italia” cita le campagne nei dintorni di Alcamo descrivendole: “…lasciando il bel sentiero e arrivando alla montagna rocciosa…Tutte le superfici agricole sono lavorate e producono bene o meno bene; la pietra calcarea si presenta rossa, e anche la terra dove è degradata. Questa terra rossa, argillosa-calcarea è molto diffusa, il terreno pesante, niente sabbia sotto, ma produce del magnifico grano. Abbiamo trovato dei vecchi olivi, molto robusti…La posizione di Alcamo è magnifica, in altura, abbastanza distante dall'insenatura del mare; la grandezza di questa regione ci attirava. Rocce alte insieme a valli profonde, ma tutto aperto e vario. Dopo Monreale si entra in una bella valle doppia, e nel mezzo si estende una montagna rocciosa. I campi fertili sono verdi e calmi…”
I luoghi raccontati sono: il Baglio Florio
il Baglio Ceuso Tonnino, il Caseggiato Lombardo (già Iamonte), il Patio Pipitone tutti e quattro i siti si trovano in c/da Vivignato e sono vicini pochi passi l’uno dall’altro.
I luoghi si trovano nelle campagne del territorio di Calatafimi Segesta dove intatta è rimasta l’antica bellezza paesaggistica. Nulla deturpa le campagne dove dominano vigneti, oliveti e antichi bagli.
I due grandi protagonisti dell’evento alcamese saranno il vino e l'olio.
L’evento vuole donare emozioni: i profumi ed i sapori di una campagna di antiche tradizioni, la bellezza di un paesaggio intatto e la laboriosità di moderni imprenditori con uno sguardo rivolto al passato ma con la mente proiettata al futuro.
Gli attuali proprietari delle più pregevoli emergenze architettoniche del territorio, il baglio Florio Adamo, il baglio Ceuso/Tonnino, le tenute Lombardo, il Patio Pipitone, sono tutti giovani imprenditori nel settore del vino, dell’olio e hanno una visione di impresa del tutto diversa da quella delle passate generazioni. Hanno viaggiato, conoscono il mercato vinicolo internazionale e hanno compreso l’unicità delle campagne ereditate dalle rispettive famiglie. Ritornati a casa hanno investito tempo e denaro nelle loro tenute restaurando i bagli trasformandoli in cantina o destinandoli ad attività enogastronomiche.
Il grande Baglio Florio (di proprietà Adamo), voluto da Ignazio Florio senior e progettato da Giuseppe Damiani Almeyda, nella seconda metà dell’ottocento, si distingue per monumentalità ed è un esempio unico di archeologia industriale. Sul portone di ingresso vi è il simbolo di casa Florio, il leone malato che si abbevera all’acqua del fiume resa salubre dalle erbe mediche. Un grande snodo ferroviario devia all’interno del cortile dove un tempo entravano i vagoni per trasportare a Marsala il vino. Tutto all’interno del baglio è un manifesto di casa Florio ed in primis i lavori in ghisa prodotti dalla fonderia Oretea di loro proprietà.
La Cantina Tonnino baglio Ceuso, un tempo della famiglia D’Angelo, risale alla seconda metà dell’Ottocento ed ha un’elegante facciata di gusto classico. Nei grandi magazzini vi è la modernissima cantina di famiglia dove vengono lavorate le uve prodotte dalle tenute Tonnino.
Il caseggiato delle Tenute Lombardo (già Iamonte) venne edificato, nella parte costituente la cantina, nella seconda metà del 1800 allo scopo di trasformare le uve prodotte nella proprietà del Cavaliere Iamonte che, tra le diverse attività economiche esercitava anche quella della produzione e vendita del vino catarratto Bianco Alcamo. Nei primi anni del 1900, di fianco alla parte nord della cantina venne realizzato il palazzetto e un attiguo magazzino, per accogliere la residenza estiva della famiglia del proprietario. L’odierno progetto di recupero è scaturito in seguito allo studio del corpo di fabbrica, volto alla conoscenza delle caratteristiche costruttive del manufatto, alla individuazione dei punti critici della fabbrica, ma anche alla classificazione degli elementi architettonici ancora leggibili e recuperabili. I molti dettagli architettonici che caratterizzano la cantina sono stati tenuti in grande considerazione e sono stati recuperati con tecniche e materiali quanto più simili a quelli originari.
Il Patio Pipitone è un antico magazzino oggi utilizzato dall’azienda come luogo cardine dove vengono svolti incontri relativi alla produzione dell’olio. L’edificio di vecchia costruzione, ristrutturato negli anni 90, si configura attorno ad un patio con un porticato che arricchisce l’architettura, la struttura si affaccia sul piazzale della vecchia Stazione di Alcamo e da inizio al percorso che ci proponiamo di raccontarvi.