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17/04/2023 06:00:00

Sicilia. Il centro direzionale è (quasi) morto, ma ha fatto bruciare 3 milioni di euro

 Era già moribondo qualche mese fa ma, anche da malato terminale, ha fatto bruciare ben 3 milioni di euro alle tasche dei siciliani.

Ci riferiamo all’iniziale progetto faraonico, da 425 milioni di euro, per la realizzazione del mega centro direzionale della Regione Sicilia. L’idea era nata con la precedente Giunta di centro destra, presieduta da Nello Musumeci. Nonostante sia stato mandato ‘gambe all’aria’ - già a febbraio scorso dal Parlamento regionale siciliano (a maggioranza Centro destra) - il quasi ‘cadavere’ ha comunque prodotto un esborso di soldi pubblici. La nuova Giunta Schifani, anch’essa di centro destra, non ha, tuttavia, rinunciato definitivamente all’idea di concentrare tutti gli uffici regionali - sparpagliati qua è là nel capoluogo siciliano - con i relativi costi di locazione che si aggirerebbero tra i 7 ed i 10 milioni di euro l’anno. Intanto il Governo siciliano ha, obtorto collo, dovuto riconoscere i costi di progettazione ai professionisti che avevano redatto il mega progetto da insediare nella zona di Via Ugo La Malfa, a Palermo.

PAGARE E PEDALARE - C’è, come ha comunicato il Dipartimento regionale tecnico dell'assessorato regionale delle Infrastrutture, della Mobilità e dei Trasporti, la “necessità di dare seguito agli impegni amministrativi finora assunti - si legge nella Deliberazione (n. 157 del 30 marzo 2023 - e nella preventiva proposta di deliberazione dell’assessore Alessandro Aricò del 21-3-23) avente ad oggetto: ‘Centro direzionale della Regione siciliana’ - tra i quali corre l'obbligo di liquidare i premi di concorso e oneri accessori e le spese di gara, in ragione, anche, alle sentenze, passate in giudicato, del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione siciliana, nonché di avviare la fase finale per l’acquisizione di tutti gli elaborati del progetto di fattibilità tecnico-economica”.

INDIVIDUARE UNA NUOVA AREA - “L’assessore regionale per le Infrastrutture e la Mobilità propone - si legge sempre nella medesima delibera - alla Giunta regionale, di dare mandato al Dipartimento regionale tecnico di avviare la preliminare interlocuzione con il Comune di Palermo, al fine di valutare la possibilità di individuare un’area per l’ubicazione del “Centro direzionale della Regione Siciliana”.

GLI OSTACOLI DA SUPERARE - C’è parecchia strada da fare ancora se si vorrà giungere all’obiettivo, poiché occorre “risolvere alcune criticità - si legge nella delibera di Giunta del 30 marzo scorso - che impediscono, allo stato, la realizzazione dell'opera in trattazione, tra le quali l'acquisizione dell'area di sedime a suo tempo individuata, in quanto di proprietà del fondo FIPRS”.

REDIGERE UN PIANO DELLA MOBILITÀ - Un centro del genere avrebbe notevoli ripercussioni sul già caotico traffico palermitano tanto che prima di mettere mano a tutto è indispensabile “la previsione di un piano della mobilità - si legge sempre nella stessa delibera - per accedere al costruendo ‘Centro direzionale’ pertanto, si ritiene necessario, dare mandato al Dipartimento regionale tecnico per avviare la preliminare interlocuzione con il Comune di Palermo, per valutare la possibilità di allocare il ‘Centro direzionale della Regione Siciliana’ in un'area avente caratteristiche adeguate ai necessari profili di carattere tecnico-urbanistico e alle rilevanti esigenze di mobilità che l'opera in trattazione comporta”.

IL PRIMO PASSO RISALE AL 2018 - La prima ‘orma’ amministrativa regionale, riguardante l’iter progettuale per la realizzazione del Centro Direzionale Regionale risale alla deliberazione della Giunta regionale n. 196 del 15 maggio 2018. Grazie ad essa si voleva accogliere tutti gli uffici centrali e periferici dell’amministrazione regionale, individuando quale area di sedime la zona dove sorge l’assessorato regionale all’Ambiente (zona via Ugo La Malfa).

IL VOTO DELLA NUOVA AULA AFFOSSA IL PROGETTO - Con l’aiuto dell’opposizione e di frange del centrodestra, il finanziamento da 20 milioni, che doveva servire ad acquistare l’area su cui doveva essere realizzata la struttura, fu cancellato dalla rinnovata Ars, a fine febbraio scorso. La norma, di poche righe, fù proposta, attraverso un emendamento alla legge finanziaria regionale, dalla leghista Marianna Caronia.


Alessandro Accardo Palumbo
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