Il sindaco di Campobello di Mazara torna sulla vicenda Cibus, il bene recentemente revocato agli assegnatari perché legati ai parenti dei presunti vivandieri di Messina Denaro. In una nota, Castiglione spiega i diversi passaggi, a cominciare dall’assegnazione nel 2017 da parte dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati.
E nello stesso tempo sottolinea come l’affidamento di un bene sia un iter amministrativo-burocratico che non può prescindere dagli atti formali che ne garantiscono la legittimità.
“Un sindaco non ha poteri assoluti – ribadisce Castiglione - e non ha poteri gestionali, chi vuole far passare un messaggio diverso, facendo leva su suggestioni mediatiche, mente sapendo di mentire.
Alle congetture e alle strumentalizzazioni, io rispondo con i fatti incontrovertibili e verificabili, che mi danno la forza di andare avanti a testa alta e forte della mia coscienza, resistendo ai continui attacchi politici, da parte dei miei detrattori, che stanno alimentando anche una surreale gogna mediatica e che, lungi dal voler perseguire l’interesse collettivo, hanno come unico obiettivo quello di screditare, pretestuosamente, il mio operato e la mia persona”.
Ecco di seguito la storia di questo bene, nella sequenza descritta dal sindaco di Campobello.
1) L’agenzia nazionale dei Beni Confiscati, già nel 2017, aveva assegnato il bene confiscato alla cooperativa Cibus, dietro corresponsione di un canone di locazione mensile;
2) Il 21 dicembre del 2022, l’immobile, che era dunque già occupato da diversi anni dalla Cibus, veniva consegnato al Comune, che, il 1° marzo, ha provveduto alla pubblicazione di un bando per il suo affidamento;
3) Al bando ha partecipato un solo soggetto, nello specifico la cooperativa Cibus che ha fatto pervenire l’istanza nei termini previsti dal bando;
4) Il 30 marzo, verificata la regolarità della documentazione presentata, che comprendeva anche il regolare certificato antimafia relativo al titolare della cooperativa, il funzionario competente ha provveduto all’assegnazione in via provvisoria del bene.
5) Contestualmente, alla luce dell’arresto dei coniugi Lanceri-Bonafede, ritenuti fiancheggiatori di Messina Denaro e cognati del titolare della Cibus, esponendo la questione in Prefettura, sempre il 30 marzo (quindi più di un mese prima dalla messa in onda di Report), il Comune ha richiesto un parere circa l’eventuale sussistenza di motivi ostativi all’affidamento del bene;
6) Il 9 maggio scorso è pervenuta al Comune l’interdittiva antimafia relativa alla Coop. Cibus da parte della Prefettura;
7) In adempimento a questo nuovo provvedimento, il Comune ha tempestivamente provveduto alla revoca dell’affidamento del bene.