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22/05/2023 12:00:00

Marsala, il monumento ai Mille e alla vergogna...

Il Monumento ai Mille di Marsala è chiuso da tempo, è un monumento nato male, monco, non è stato infatti, come sappiamo, completato come prevedeva il suo progetto originario dell'architetto Emanuele Mongiovì. E' un monumento sfortunato, sul quale si sono abbattute le parole profetiche di Bettino Craxi il giorno dell'inaugurazione: "speriamo non resti un'incompiuta", la burocrazia e l'incapacità della classe dirigente.

Oggi il monumento, nato per accogliere il museo dei cimeli garibaldini e ricordare la spedizione dei Mille ed essere un approdo turistico, non solo è inagibile, ma è anche abbandonato a se stesso, con l'amministrazione che cerca di farne un laboratorio per gli scarti di pesce, ma intanto non prende iniziative e non si sa se e quando tornerà fruibile, e non viene nemmeno salvaguardato da atti di vandalismo, o da chi vi abbandona e fa di tutto.

Un "monumento della vergogna", lo definisce Antonio Campione, un nostro lettore, orginario dell'agrigentino ma che vive a Rivoli, nel torinese, e che è stato pochi giorni fa in visita a Marsala e ne ha constatato il degrado e l'incuria in cui versa - le manifestazioni garibaldine, infatti, non lo hanno nemmeno sfiorato -.

"Anni fa ho avuto modo di ‘gustare’ un bel racconto divinamente scritto da Giuseppe Culicchia, edito da Feltrinelli, su un viaggio in treno. Si tratta di "Sicilia, o cara. Un viaggio sentimentale”, un resoconto spassoso e pieno di sentimento appunto, del viaggio Torino – Marsala, effettuato da ragazzino con la famiglia, quando ci volevano quasi trenta ore per arrivare a destinazione. Un racconto divertente e ricco di aneddoti narrati con empatica ironia, che, per chi come me che ha vissuto quel tipo di esperienze, oltre che risultare a volte divertenti, quelle trame narrative provocano effetti nostalgici", così il racconto di Antonio.

"Avendo programmato un viaggio in Sicilia, l'ennesimo ritorno nei miei luoghi natii, Agrigento e dintorni, e avendo letto su internet che Marsala ha dedicato un monumento ai Mille Garibaldini - continua Antonio - mi ero ripromesso di spendere qualche giorno per visitare la città dello sbarco di Garibaldi. Così, una volta arrivato nella città che denomina il più famoso vino dei Florio, oltre a programmare un tour all'isola di Mozia e alle saline, mi predisposi per rendere omaggio a chi la parola Patria l'ha potuta pronunciare senza alcuna retorica, avendola assunta come scopo ultimo della propria vita. Bene, allora andiamo a visitarlo questo simbolo del nostro Risorgimento!".

Un Inno alla monnezza altro che a Mameli  - "Ahimè, ahinoi, ahi Italia! Un inno alla monnezza, altro che di Mameli. O poveri Picciotti, sommersi dai rifiuti, unitevi a coorte e ribellatevi all'incuria e all'indifferenza, sbarcate di nuovo con sacchi e ramazze, e prima di iniziare a ripulire il bel monumento a voi dedicato e ormai ridotto a una porcilaia, e prima ancora di cominciare a spazzare piazze, strade comunali, provinciali, statali (ma che ci sta a fare l'ANAS?), ramazzate le menti di Amministratori e Responsabili della Cosa Pubblica che necessitano di una radicale pulizia".

Antonio fotografa la situazione squallida riguardo ai rifiuti abbandonati non solo a Marsala ma anche nell'agrigentino: "Che tristezza, che squallore, che sconforto, ma anche che rabbia! Vedere centinaia e centinaia di sacchetti di rifiuti sparsi ai bordi delle strade di accesso a paesi e città è a dir poco sconcertante e avvilente. E non riguarda solo Marsala. Emblematica appare la situazione nell'agrigentino, si salva solo il Parco Archeologico della Valle dei Templi, molto ben tenuto: il resto, le strade che collegano Agrigento ai vari comuni della provincia - una menzione particolare meritano quelle dirette a Favara - sono dei veri e propri letamai. Ce la farà la Città dei Templi ad essere presentabile all'appuntamento con il 2025, l'anno in cui sarà la capitale della Cultura?"

"Forse ci vorrebbe un nuovo e diverso PNRR (Piano Nazionale Raccolta Rifiuti) - l'appello di Antonio - per dare una bella botta al problema, senza dimenticare che adottare tutte le misure possibili (installazione di telecamere di sorveglianza dappertutto) sarebbe quantomeno doveroso. L'aspetto delle strade che immettono in una città non rappresentano di per sé il biglietto da visita, l’abito del luogo nel quale ci si appresta a entrare?"

Infine Antonio si rivolge ai Sindaci di Marsala, Agrigento, Favara, e non solo, e domanda: "che figura ci fareste ad essere ripresi dalle telecamere o dai fotografi con le caccole ben in vista sul naso mentre dal vostro scranno vi state accingendo a pronunciare un solenne discorso, magari sui valori della nostra Patria? In questi giorni si sta svolgendo nel nostro Paese il Giro d’Italia. Sbarcato in Piemonte, il Giro è arrivato a Rivoli, scelta come città di tappa. Che festa per tutti noi. Per l’occasione la nostra cittadina è stata lustrata e infiorettata, tutte le rotonde – quelle attraversate dai corridori -, curate fin nei minimi dettagli, erano un tripudio di colori, da far invidia a quelle notoriamente più rinomate della vicina Francia. Benedetto Giro d’Italia! Il suo passaggio spinge – obbliga direi – le Autorità Locali a ramazzare e lustrare le strade dei loro territori per rendergli omaggio, e anche per fare bella figura. Bene, facciamolo allora passare per le strade dell’agrigentino, anche se forse non basterebbe un passaggio ogni anno!".

Antonio, però, non sa che in Sicilia e a Marsala, la stessa organizzazione del Giro d'italia, più di un mese fa è stata qui con il Giro di Sicilia e anche in quel caso non si è fatta una bella figura, come ha fatto Rivoli, qui abbiamo fatto solo una "operazione rattoppo", insomma, come nascondere la polvere sotto il tappeto e non pulire.