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07/07/2023 17:45:00

 Paceco, al via il progetto “Giocare per diritto” 

Con un protocollo di intesa fra il Comune di Paceco e l’UISP Comitato Territoriale di Trapani APS, è stato dato il via al progetto “Giocare per diritto” (finanziato nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile).

Il documento è stato sottoscritto dal Sindaco, Aldo Grammatico, e dalla presidente del Comitato di Trapani dell’UISP, Maddalena Galia, nel corso della prima riunione operativa in Municipio, alla quale hanno partecipato l’assessore alle Politiche per la Famiglia, l’Adolescenza e l’Infanzia di Paceco, Marilena Barbara, l’assistente sociale del Comune, Fabiana Cafiero, il parroco Don Vincenzo Basiricò, e lo psicologo Nicola Pollina del Consorzio Solidalia.

“Si tratta di implementare il progetto Centro di Aggregazione Giovanile (C.A.G.)” spiega l’assessore Barbara, precisando che “questo nuovo progetto si svilupperà da luglio a dicembre del 2023, promosso dal Comune di Paceco e dall’UISP come enti titolari, con la collaborazione della parrocchia Regina Pacis, nella persona del parroco don Enzo Basiricò, che concede gli spazi dove vengono realizzate le attività ludico ricreative sportive, e il Consorzio Solidaria che fornisce gli operatori psicologici per il tutoraggio”.

“Il progetto si sviluppa sostanzialmente con due azioni: – continua l’assessore – la prima riguarda i minori con svantaggio socio-educativo del territorio di Paceco, dai 6 ai 17 anni, che svolgeranno delle attività ludico ricreative e sportive con il personale della Uisp (Unione italiana sport per tutti); l’altra azione del progetto coinvolge le famiglie di questi bambini, quindi famiglie che si trovano anche loro in condizioni di disagio sociale, per avviare con loro degli incontri e dei percorsi di sostegno alla genitorialità con il supporto di psicologi”.

Il progetto “Giocare per diritto” ha tra gli obiettivi anche quello di costruire sinergie tra tutti gli attori coinvolti nel processo educativo dei minori (genitori, insegnanti, istruttori sportivi, educatori, operatori sociali, ricercatori e specialisti) e di sperimentare nuove forme di collaborazione tra le istituzioni pubbliche, l’amministrazione penitenziaria, il mondo accademico e il terzo settore.