Negli ultimi anni, dopo lo scoppio della pandemia, l’emergenza droga è esplosa in Sicilia, creando allarmi sociali non indifferenti.
E’ sempre più frequente, e devastante, l’uso di droghe “pesanti” nei giovanissimi. Ragazzi, in adolescenza, che si sono spinti al crack, alla cocaina, all’eroina e ad altre sostanze potentissime.
Recuperare una dosa, oggi è facilissimo, lo testimoniano le numerose inchieste antidroga, anche in provincia di Trapani.
Chi entra nel tunnel lo fa per diversi motivi, la società, e la politica, dovrebbe abbattere quelle condizioni che portano alla tossicodipendenza.
Ma da quel tunnel è anche difficile uscirne da soli. Ed è difficile farlo senza strutture e strumenti adeguati. In Sicilia ad esempio ci sono solo 25 strutture terapeutiche residenziali e due semi residenziali diurne, tutte di natura privata. L’Isola spende due milioni di euro l’anno per far prendere in cura oltre lo Stretto persone con dipendenze da sostanze stupefacenti.
Tutto ciò mentre nell’Isola non c’è una legge quadro sulle dipendenze patologiche, non solo da sostanze stupefacenti, e non c’è soprattutto una legge regionale sui livelli essenziali di assistenza in materia di dipendenze.
Allora ci hanno pensato studenti e associazioni a scriverla. Nelle scorse settimane per mano dell’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice è stata consegnata all’intergruppo parlamentare sul fenomeno del consumo di droghe nei giovani e alla Commissione antimafia, una proposta di legge regionale per un sistema di intervento sociosanitario integrato e diffuso sul territorio siciliano per prevenire e contrastare la tossicodipendenza e le dipendenze patologiche.
Si tratta di un disegno di legge unico nel suo genere in Italia. E’ stato scritto da un gruppo di venti studenti della facoltà di Giurisprudenza, tutti tra i 22 e i 23 anni, coordinati dalla professoressa, con il sostegno delle associazioni “S.O.S. Ballarò” e “La casa di Giulio”.“La cura crea indipendenza”, questo il titolo del disegno di legge che parte dal basso. Un lavoro collettivo per arginare un’emergenza che colpisce sempre più persone, e sempre più famiglie, e ingrassa le mafie.
Gli articoli del disegno di legge regolano i servizi assistenziali e istituiscono unità mobili, drop-in per il contrasto alle tossicodipendenze e interventi di formazione nelle scuole.
"L’emergenza droga è diventata non più rinviabile. – dice Clelia Bartoli – La nostra proposta è una presa di responsabilità che ha l’obiettivo di colmare le lacune nei servizi di prevenzione, cura e riduzione del danno, ma soprattutto di introdurre una vera dimensione sociale dal basso nella lotta alle dipendenze".
La legge norma l’apertura di centri pubblici di accoglienza di alta soglia, con cura e diagnosi e comunità per minori. Istituisce due organi, come il Comitato regionale di indirizzo sulle dipendenze e Rete diffusa sulle dipendenze, formata da soggetti pubblici e privati che intervengono nell’attività di prevenzione e lotta nelle province della Sicilia.
Il disegno di legge sarà vagliata dalle commissioni e poi discussa dall’Assemblea regionale siciliana.