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21/08/2023 06:00:00

“Il mio viaggio da incubo sul bus da Trapani a Catania finito in ospedale”

Il volo in arrivo a Catania viene dirottato a Trapani Birgi.

I passeggeri costretti a cinque ore di autobus, su un mezzo senza aria condizionata e con il bagno fuori uso. L’autista non vuole fermarsi per far fare i bisogni. Una donna ha un malore e sviene. E’ la disavventura raccontata da una passeggera dell’autobus che dall’aeroporto di Birgi doveva portarla, insieme ad altri viaggiatori, a Catania. Ma il tragitto non è stato per niente confortevole, come racconta in un lungo post sui social. Un post che è anche un appello. Perchè la donna, Grazia Savoca, dopo il malore è stata portata in ospedale, a Palermo, ma il suo bagaglio è rimasto sul pullman. Allora chiede che venga restituito. Però, quanto accaduto, è un’altra testimonianza del periodo nero per chi viaggia in aereo da e per la Sicilia.


Ecco il suo racconto.

 

 


La mia avventura tra Trapani e Catania con il servizio autobus organizzato da SAC per Ryanair.
Il 19 luglio provenivo da Roma con il volo Ryanair n. FR4861. La sera precedente alle 21:44, sul mio telefono, ho ricevuto un messaggio da Ryanair che a causa dell’incendio all ‘Aeroporto di Catania sarebbe atterrato a Trapani. Con buona pazienza, la mattina del 19, alle 5:55 mi sono imbarcata sul volo da Dublino a Roma Fiumicino, il volo é atterrato in anticipo di 10 minuti, trasferita ai transiti, pazientemente, sono rimasta in attesa del volo che mi avrebbe portato a Trapani ( invece che a Catania). Il volo partito alle ore 16 è atterrato a Trapani alle ore 17.
All’ uscita dall’ aeroporto sono rimasta sorpresa dall’ ottima organizzazione, lo staff aeroportuale, dopo consegnato ai passeggeri una bottiglia di acqua, in forma gratuita, ci indicava la via del bus navetta diretta a Catania. Dopo aver sistemato il mio bagaglio a mano nel portellone inferiore salgo sul pullman e chiedo all’ autista il tempo che avremmo impiegato per arrivare a Catania, in modo tale da poterlo comunicare a mia figlia. Il tempo di percorrenza previsto era di quattro ore e mezza.
Dopo aver sistemato il mio bagaglio a mano nel bagagliaio del pullman, salita a bordo e appena sistemata mi sono subito resa conto che, circa cinquanta persone, avremmo dovuto viaggiare su di un mezzo senza aria condizionata e senza finestrini. In molti hanno iniziato a lamentarsi del caldo, mentre io a primo impatto non ho avvertito alcuna difficoltà.
Un ora dopo che ci eravamo messi in viaggio, mi sono alzata e sono andata verso la toilette a bordo, ma la porta era chiusa. Pertanto, ho chiesto all’ autista se servisse una chiave, ma l’ autista con la gentilezza di un rinoceronte mi ha risposto: “ Servizi su questo mezzo non ce ne sono!”, con santa pazienza sono ritornata al mio posto, mentre l’ autista con un dialetto molto marcato, continuava a dire: “ u sapiti ca na stu trattu non cí sunu aree di serviziu, ciá da ghiri prima o gabinettu” e ci ha comunicato che la fermata era prevista a Sacchitello. Ovvero a tre ore di strada da Trapani. A quel punto, rispondo che, proprio perché non era possibile fermarsi prima, non era pensabile che si organizzasse un pullman senza toilet a bordo.
Arrivati a Palermo, dopo due ore di viaggio, mentre percorrevamo il viale della Regione Siciliana, ho chiesto nuovamente all’ autista di fermarsi in emergenza perché avevo necessità di andare in bagno. Ancora una volta mi é stata negata la possibilità di fermarci, nel frattempo anche un’ altra signora gli chiedeva di fermarsi perché anche lei necessitava di andare in bagno. Ad un certo punto mi sono alzata e avvicinandomi all’ autista, l’ho pregato, ancora una volta, di fermarsi, il quale finalmente aveva deciso di fermarsi a pochi chilometri, ma questa volta, non ho avuto la forza di ritornare al mio posto e mi sono seduta sui gradini della porta anteriore, da quel momento non ricordo cosa sia successo, in quanto sono caduta e sono svenuta.
Ho un ricordo vago di persone che mi stavano attorno mentre ero a terra, dove ho avvertito la sensazione di essere stata messa su un braciere e che stavo per morire.
Piú tardi in ospedale, dall’ operatore dell’ambulanza che mi aveva soccorsa, ho appreso quanto segue.
In pratica, avevo perso i sensi a causa di un colpo di calore, dovuto al fatto che sul pullman non c'era l’aria condizionata funzionante e la temperatura esterna era di 45 gradi.
Casualmente, un medico viaggiava sul mio stesso pullman il quale sembra abbia costretto l’ autista a fermarsi. Pare che, mentre l’ autista proseguiva il suo viaggio, alcune persone sono scese dal pullman e in attesa di una ambulanza, sono rimaste ad assistermi sul ciglio della strada.
In tarda serata, dopo essermi ripresa, mi sono resa conto che l'autista non aveva consegnato il mio bagaglio a mano, dopo avermi lasciata priva di sensi, sul ciglio della strada in attesa dell'ambulanza.
Quella sera, dimessa dall ‘ospedale alle ore ventitre, ho dovuto pernottare, ovviamente a mie spese, in un albergo di Palermo. Il giorno dopo mi sono recata all'aeroporto di Catania per denunciare lo smarrimento del bagaglio. È stato impossibile ottenere notizie sul mio bagaglio poiché l'ufficio oggetti smarriti era chiuso a causa dell'incendio dell'aeroporto.
Con questo post vorrei fare un appello a chi quel giorno si trovava su quel pullman, perché desidero ringraziare le persone che, noncuranti del ritardo che avrebbero apportato al loro viaggio, hanno dimostrato sensibilitá umana, quella sensibilitá che il m
ondo stá perdendo.