Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
29/09/2023 15:09:00

Trapani, chiudono le "casette rosa". E dove vanno adesso i pazienti?

 Chiudono, a Trapani, le Casette rosa. Sette i pazienti che domani dovranno abbandonare la struttura e a rischio finiscono anche i posti di lavoro degli operatori sanitari.

Le valige sono già pronte. Da giorni. Domani mattina sette pazienti, quattro uomini e tre donne, tutti affetti da disturbi mentali, dovranno lasciare le Casette rosa dove erano ospitati da circa quindici anni e dove avevano trovato un loro equilibrio. Ora per loro un nuovo cambiamento che può compromettere il loro già precario stato di salute. La struttura sanitaria dovrà chiudere i battenti perché il Comune non ha rinnovato l’appalto con il consorzio Solidalia, che gestisce le Casette rosa, a causa delle condizioni fatiscenti di una delle stanze dove sono visibili i danni causati dalle infiltrazioni d’acqua. Per i più maligni, però, quella avanzata dall'Amministrazione per celare la manchevolezza relativa alla mancata approvazione del Bilancio, strumento essenziale per la programmazione.

“E' una tragedia – dice Caterina Lupo, operatrice Oss – perchè i nostri pazienti non possono capire quello che sta accadendo e il trasferimento in altre strutture comporterà loro disagi”.

E’ il dramma dei pazienti che saranno smistati a Marsala, Custonaci e in altra struttura di Trapani. Ma è anche il dramma dei sei dipendenti, cinque operatori socio sanitari e un’assistente sociale.

“Proprio così – afferma Lupo – Il nostro futuro occupazionale adesso è diventato un incognita”. Da qui un appello, accorato, al sindaco Giacomo Tranchida: “Si passi una mano sulla coscienza perchè non si può privare sei persone con disturbi mentali di una struttura che ormai era diventata il loro punto di riferimento”