Terrorismo e Immigrazione. Era inevitabile dopo l'attentato di Bruxelles che i due fenomeni venissero associati,amplificato da uno studio commissionato dal Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri e pubblicato, prima del fatto belga, dal Centro Militare di Studi Strategici del Ministero della Difesa.
La stessa fonte e giornali vicini alla destra al governo affermano che non è possibile stabilire un nesso diretto tra flussi migratori e attentati, ma ci sono parecchi legami tra migranti che aderiscono alla jihad e che emigrano per colpire, come conferma l'attacco terroristico di Nizza del 29 ottobre 2020, portato a termine da un immigrato irregolare partito dalla Tunisia e sbarcato in Italia alcune settimane prima,ma uno trattasi di uno.
L'Osservatorio sul radicalismo traccia una sorta di identikit dei soggetti che, dal 2001 ad oggi, hanno seminato morte e terrore in Occidente con attentati e minacce.Dei 138 terroristi presi a campione, dal 1997 al 13 settembre 2023 i migranti arrivati nel Belpaese sono 1.371.500-fonte Viminale- e sono solo quelli della rotta del mediterraneo centrale, la metà sono migranti regolari, il 26% sono immigrati di seconda o terza generazione. E il 16% sono immigrati irregolari, arrivati per lo più da Tunisia e Marocco. Il dato è in aumento, gli irregolari sono saliti al 32% dei soggetti ritenuti terroristi nel 2022. Sicuramente lo studio ha ristretto i numeri considerati, ma sono lo 0,00010% delle persone approdate. Esiste quindi un rischio statistico - rileva il rapporto - poiché più immigrati irregolari significano maggiori possibilità che qualche terrorista possa nascondersi tra di loro o unirsi al terrorismo jihadista in un secondo momento. Poi si scopre che le forze dell'ordine e le istituzioni avevano in mano già prima che venissero compiuti gli attentati: il 37% dei terroristi era già noto ai servizi di intelligence europei, l'11% di quelli che hanno colpito nel 2022 ha un passato in carcere. Alla luce del report indigna che si pensi che fanatismo e delinquenza siano una prerogativa degli stranieri. Per proteggerci da questi pericoli esiste l'AISE -Agenzia informazioni e sicurezza esterna- e come dimostra l'attentatore di Bruxelles la nostra nazione è di transito. La storia ci ha insegnato che la nostra politica estera ha prodotto sicurezza rispetto al terrorismo,con il contributo della bravura del nostro servizio segreto. Poi esiste qualcuno che pensi seriamente che la mafia nigeriana, quella più radicata,possa agire senza il consenso delle nostre mafie??? Onestà intellettuale impone d'interrogarci sulle ragioni dell'odio straniero: li abbiamo sfruttati e derubati nella loro terra e per debellare questa inimicizia necessita tempo, volontà e istruzione. La convivenza tra diverse etnie è un mantra del cattolicesimo,non si è ingenui d'ambire all'amore universale,ma la speranza del rispetto reciproco e delle proprie diversità, necessita coltivarla.
Vittorio Alfieri