La “veglia silenziosa” promossa a Trapani il 27 ottobre dalle locali sezioni del sindacato CGIL e dell’ANPI, accogliendo un appello della sezione italiana di Amnesty non può che lasciare interdetti. Ciò specie se svolta a venti giorni dall’attacco dell’esercito palestinese contro punti simbolici dei “territori palestinesi occupati” e nella contemporaneità della violenta reazione israeliana che ha causato migliaia di vittime.
Attenzione: l’appello di Amnesty può sicuramente risultare equilibrato e pure condivisibile. Ma, mentre è in corso un genocidio del popolo di Gaza, è sicuramente assente della parte più importante: la richiesta di “cessate il fuoco” da parte di Israele!
Qui non contestiamo l’iniziativa di Amnesty, peraltro trascurata dai media nazionali. Contestiamo questo modello scelto da Amnesty di voler “mettere insieme tutti” per in pratica non dire nulla.
Viene, quindi, da pensare che ci siano le guerre, i morti e i crimini di guerra di seria A e quelli di serie B.
Sembra proprio che, a seconda da “che parte si sta”, quella “propria”, dell’Occidente in questo caso, o quella di “loro”, dei paesi del mondo islamico o comunque fuori dal blocco occidentale, cambia il metro di valutazione.
Chi scrive individua un “doppio standard” ricordando le centinaia di bandiere ucraine che furono sventolate all’indomani della reazione dell’esercito russo dopo anni di violenze ucraine sulla russofona popolazione del Donbass.
O il caso dell’impegno per la propaganda a favore dell’indipendenza di Honk Hong ma non della Catalogna.
Oggi, a Trapani, ma è così in tutte le “veglie silenziose” che si sono svolte in Italia il 27 ottobre, non è stata invece consentita la presenza di bandiere della Palestina ( magari assieme a bandiere di Israele ). Non è stato consentito parlare e denunciare il criminale genocidio deciso dal governo conservatore-fondamentalista religioso di Israele, peraltro denunciato dalla stessa Amnesty in alcuni comunicati stampa internazionali.
Non si è potuto dire che Israele non rispetta le risoluzioni ONU e i diritti umani dei palestinesi da 72 anni.
Alla “veglia silenziosa”, accompagnata a Trapani da un sottofondo di brani musicali, si potrebbe dire che mancavano patatine ed aperitivi per sembrare altra cosa.
E la cosa è stata ben colta dalla popolazione e dal mondo dell’associazionismo locale che si sono tenuti ben lontani dall’evento. Solo una trentina di persone, infatti, prevalentemente funzionari pensionati del sindacato vicino al Partito Democratico, erano presenti all’evento.
Natale Salvo