Venerdì 3 novembre, la “Fondazione Museo della Shoah”, in collaborazione con il Comune di Palermo - assessorato alla Cultura, l'ufficio scolastico Regionale per la Sicilia e l “'Istituto Siciliano di Studi Ebraici”, ha inaugurato la mostra itinerante dal titolo "Dall'Italia ad Auschwitz", a cura di Sara Berger e Marcello Pezzetti.
La mostra itinerante è allestita all’interno della Chiesa DI San Michele Arcangelo in Casa Professa e si svolgerà fino al 19 novembre dal lunedì al venerdì dalle 9 e 30 alle 13 e 30
Per l'inaugurazione erano presenti: l'Assessore alla Cultura, Giampiero Cannella, il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per la Sicilia, Giuseppe Pierro, la presidente dell’Istituto di Studi Ebraici di Palermo, Luciana Pepi e il ricercatore della Fondazione Museo della Shoah, Marco Caviglia.
La mostra descrive attraverso l’esposizione di disegni, fotografie e documenti la storia di tutte le persone arrestate tra il 1943 e il 1944 nel territorio italiano e deportate nel complesso concentrazionario di Auschwitz-Birkenau.
L’obiettivo della mostra consiste soprattutto nella ricostruzione di un periodo storico molto triste e complesso che, specie in questo momento, per tutto quello che sta accadendo in Israele, è utile conoscere e ricordare. Una sorta di monito rivolto soprattutto alle nuove generazioni, agli studenti che, accompagnati dai loro insegnanti, avranno modo di visitare la mostra e riflettere sulle vicende storiche che hanno profondamente scosso l’intera umanità.
×´Questa mostra – spiega l'Assessore alla Cultura, Giampiero Cannella- è utile soprattutto alle nuove generazioni, agli studenti per comprendere che la declinazione antisemita non può avere diritto di cittadinanza perché lo abbiamo già vissuto un periodo storico di questo tipo e non vogliamo viverlo mai più.×´
×´E’ molto importante l’idea di una mostra itinerante su questo argomento. Come docente universitaria- spiega la professoressa Luciana Pepi, presidente dell’Istituto di Studi Ebraici di Palermo - faccio esperienza di questa mancanza di conoscenza realizzata spesso attraverso semplificazioni schematiche e giudizi frettolosi che non portano a una reale e profonda conoscenza. E ’ importante stimolare i giovani, gli studenti, a un momento serio di riflessione".
Dorotea Rizzo