Anche il 2023 è stato un anno molto intenso nel contrasto alle organizzazioni criminali e alla corruzione in provincia di Trapani. Sono diverse le inchieste che hanno portato a blitz e arresti importanti. Dalla mafia a Custonaci, alla corruzione all’Asp e al carcere di Trapani, e poi i file segreti su Messina Denaro che un politico e un carabiniere avrebbero tentato di vendere all'ex re dei paparazzi Fabrizio Corona.
Facciamo il punto.
CORRUZIONE ALL’ASP DI TRAPANI
L’Asp di Trapani nelle ultime settimane è stata scossa dal terremoto giudiziario dell’inchiesta “Aspide”.
La Guardia di Finanza ritiene di aver scoperto un collaudato meccanismo di “addomesticamento” e “manipolazione” di procedure di gara, pubblici concorsi ed affidamenti di incarichi dirigenziali all’interno delle strutture sanitarie trapanesi attuato, in un contesto collusivo e secondo una logica clientelare, con la compiacenza di alcuni pubblici ufficiali.
Un’indagine nella quale sono emersi fatti gravi. Appalti, nomine e concorsi truccati, sesso in cambio del rilascio di una patante, c'è tutto questo nella nuova inchiesta sulla corruzione nella sanità trapanese. Due pezzi da novanta dell’Asp sono finiti in carcere, si tratta dell’ex direttore sanitario Gioacchino Oddo e della dirigente Maria Pia Messina. Otto persone sono finite agli arresti domiciliari. Tra loro il consigliere comunale di Mazara del Vallo, Giovanni Iacono Fullone, e soprattutto la presidente del consiglio comunale di Trapani, Annalisa Bianco. L’arresto di quest’ultima è diventato anche un caso politico a Trapani, inevitabilmente, trattandosi della seconda carica della città.
Indagato, senza misure cautelari, anche un altro consigliere comunale di Trapani, Gaspare Gianformaggio.
SCIALANDRO
Mafiosi che si vantano di aver incontrato Matteo Messina Denaro, piccole estorsioni, i soliti favori, i voti delle cosche per eleggere consiglieri e spingere nomine in giunta, interventi più o meno diretti nelle scelte amministrative e nell’erogazione di buoni Covid.
C’è tutto questo nell’ operazione antimafia scattata ad ottobre in provincia di Trapani, a Custonaci. “Scialandro” è lo scoglio che si erge davanti alle coste di Custonaci, ed è il nome dell’indagine coordinata dalla Dda di Palermo e condotta da Dia, Polizia e Carabinieri. 21 le persone arrestate, di cui 4 ai domiciliari, su 37 indagati. Tra loro diversi esponenti politici, imprenditori ed esponenti di spicco della locale consorteria mafiosa.
Tra gli arrestati c’è anche Carlo Guarano, ex vice sindaco a Custonaci. Le intercettazioni l’hanno sorpreso mentre mostrava tutta la sua insofferenza per le manifestazioni in ricordo delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Il 20 maggio 2022 fu registrato mentre diceva: «Hanno sempre ‘sto minchia di Falcone Borsellino Falcone Borsellino, porca della miseria». Indagato è anche l’ex sindaco di Custonaci, Peppe Morfino, l’ex assessore Giovan Battista Campo.
In questa inchiesta è coinvolto anche il killer di mafia Pietro Armando Bonanno, la cui storia l’abbiamo raccontata nei giorni scorsi. Ed è la storia di un mafioso che avrebbe dovuto scontare l’ergastolo ma si trovava invece a Trapani libero di comandare.
CORRUZIONE AL CARCERE
In primavera, ad aprile esattamente, l’operazione Alcatraz ha fatto emergere un vasto giro di corruzione all’interno del carcere di San Giuliano a Trapani. 24 persone furono raggiunte da provvedimenti cautelari.
L’indagine, in particolare, portò alla luce un giro di droga al “Pietro Cerulli” con la complicità di alcuni agenti di polizia penitenziaria che facevano entrare oltre a sostanze stupefacenti anche telefonini, armi improprie, sigarette e profumi. Merce destinata ai detenuti tra cui esponenti di spicco della criminalità organizzata e ristretti nel reparto Alta sicurezza. La droga arrivava anche mediante l'utilizzo di droni o nascosta dentro palloni di calcio lanciati dall'esterno. Un agente corrotto avrebbe anche avuto rapporti sessuali con la compagna di un detenuto in cambio di favori al recluso. Quello trapanese era un penitenziario molto ambito dalla popolazione carceraria, noto perchè le maglie erano molto larghe, da quanto emerge dalle indagini.
I FILE SU MESSINA DENARO E FABRIZIO CORONA
E’ un’indagine che ha creato clamore anche a livello nazionale quella che ha coinvolto un carabiniere e un politico mazarese. Sono finiti ai domiciliari (ora sono liberi) a luglio per aver tentato di vendere file “top secret” su Matteo Messina Denaro all’ex re dei paparazzi Fabrizio Corona, anche lui indagato. Il politico coinvolto è Giorgio Randazzo, consigliere comunale di Mazara del Vallo, accusato di ricettazione in quanto sarebbe stato complice del carabiniere Luigi Pirollo, accusato di accesso abusivo al sistema informatico e violazione del segreto d'ufficio. L'inchiesta, che vede indagato anche lo stesso Corona, è coordinata dal procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia e dall'aggiunto Paolo Guido, i pm che hanno seguito le indagini sulla cattura del boss di Castelvetrano. Quest’ultimo certamente Il fatto dell’anno, che racconteremo nelle prossime puntate.