La regione con la superficie meno forestata, ma anche quella con più superficie colpita dagli incendi. Incendi che “dimostrativi” per i quali “non c’è alcun meccanismo di prevenzione o di estinzione in grado di fermarli”. Come abbiamo raccontato ieri.
E non è aumentando i costi di prevenzione ed estinzione che si riusciranno a fermare. E’ quello che sottolinea il WWF nel dossier sugli incendi in Sicilia puntando non solo ad analizzare il fenomeno (non chiamiamola emergenza, non lo è) ma anche ad analizzare le contromisure, le decisioni prese dalla politica, e le possibili soluzioni.
Un dato è chiaro per il WWF, le risorse sono impiegate male. E soprattutto c’è una logica al contrario, più incendi più risorse in ottica emergenziale. Ma il sistema non va bene.
Di chi sono le responsabilità?
Per il WWF il problema è alla base, alle politiche di rimboschimento. A quello che la politica ha fatto negli anni. Nel report si mette in evidenza il ruolo determinante della politica siciliana, vecchia nuova e di tutti i colori, che “ha sostituito progressivamente la funzione sociale/ambientale dei rimboschimenti del secondo dopoguerra, con la funzione clientelare/assistenziale del sistema antincendio”.
“Il cliché è rimasto sempre lo stesso. Sono gli incendi a fare piovere risorse per pagare le campagne antincendio dei forestali, i costi del volontariato della protezione civile, le strutture regionali inefficienti e sovradimensionate, i canadair, gli elicotteri, i droni, i mezzi ordinari e speciali per l’estinzione, ecc., in un continuo crescendo, più incendi, più risorse” si legge nel report.
“In questo contesto l’incendio ha perso la sua connotazione di evento eccezionale, diventando un fatto di ordinaria normalità” sottolinea l’organizzazione.
“In una giornata con vento di scirocco e temperature elevate, sappiamo già che il rombo che sentiamo sulle nostre teste è quello dei Canadair. Ed anche se tutto brucia, per le istituzioni regionali “il fuoco non brucia e le foreste crescono prosperose”.
I portatori di interessi associati agli incendi sono tanti e sono quindi tante e distribuite le responsabilità, che non possono ricadere sul piromane di turno. Chi appicca il fuoco ha il suo livello di responsabilità, ma è comunque una responsabilità che possiamo
definire secondaria perché l’incendio dimostrativo inarrestabile fa parte di una perfetta pianificazione da parte di un sistema”. Per il WWF “la responsabilità primaria ricade sulla politica siciliana che, da decenni, ha consentito che il sistema antincendio prosperasse, senza avere il coraggio e la capacità di cambiare e di abbandonare i suoi dannosi meccanismi clientelari ed assistenziali”.
Canadair ad occhi chiusi?
Il WWF fa l’esempio dei mezzi, come Canadair, usati male. E lo fa prendendo come riferimento i giorni catastrofici di luglio, in Sicilia, e nel Palermitano, in particolare.
“Le particolari condizioni ambientali nei giorni dal 24 al 27 luglio scorsi, con temperature superiori a 40° e vento superiore a 30 nodi, hanno reso i roghi appiccati a tutte le alture della Conca d’Oro inarrestabili. Gli incendi sono stati appiccati nelle ore serali del 24 luglio, impedendo gli interventi dei Canadair, efficaci nella fase iniziale dell’incendio. Nei giorni successivi Canadair ed elicotteri hanno operato con continuità per l’intera giornata, senza però riuscire a fermare i roghi che hanno interessato principalmente residui di aree boschive con elevata incidenza di prateria ad ampelodesma, l’area boschiva ancora integra di monte Billiemi e l’area della RAP con interessamento della vasca 4, con pesanti riflessi per l’inquinamento nei quartieri dell’area ovest della città. Gli incendi, proprio per il loro carattere dimostrativo, hanno interessato tutti i versanti delle alture che guardano la Conca D’Oro e sono stati devastanti”.
Il WWF osserva che “se l’incendio procede in maniera inarrestabile il D.O.S. (direttore operazioni spegnimento) cosa fa? C’è una valutazione costi/benefici dell’intervento? Negli incendi in questione questa valutazione non c’è stata: Canadair ed elicotteri hanno continuato a fare lanci per intere giornate, dall’alba al tramonto senza ottenere risultati. Con una attenta valutazione costi/benefici, con conseguente definizione delle priorità, si sarebbero potuti concentrare gli interventi sull’area boschiva integra di monte Billiemi e sull’attigua e strategica discarica RAP, che ha continuato a bruciare nei giorni successivi rendendo necessari ulteriori lanci”.
Soluzioni per il cambiamento
Quali soluzioni, allora? Per il WWF “se vogliamo restituire dignità al patrimonio ambientale della nostra isola bisognerà cancellare i gravi errori della politica, restituendo al sistema antincendio il suo ruolo funzionale di supporto alla forestazione, cancellando gli interessi clientelari e assistenziali”.
Ma non basta. Bisognerà anche porre fine allo sperpero attraverso una gestione ottimale delle risorse. Il WWF, in particolare, propone la creazione di una unica struttura - snella, essenziale ed efficiente - che governi, con unica regia e unico portafoglio, il patrimonio forestale siciliano. E poi: “Cambiamento degli obiettivi: dall’antincendio alla forestazione; Adozione del Sistema di Budgeting, con visibilità totale dei costi e dei risultati verso gli obiettivi; Innalzamento del livello qualitativo del personale del sistema forestale formato da professionisti, selezionati da entità lontane dalla politica, ben motivati, fidelizzati e ben remunerati; Assunzione di responsabilità da parte delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, con l’avvio di efficaci interventi di intelligence per monitorare a fondo e continuamente il fenomeno degli incendi e delle aggressione alle aree boschive in genere e per potere adottare efficaci politiche contrasto nei confronti degli irriducibili del “vecchio sistema“”.