Continuano i sequestri di botti e giochi pirici in Sicilia che nonostante le ordinanze dei sindaci che ne vietano l'uso fino al 6 gennaio vengono venduti e comprati.
La Guardia di finanza di Palermo ha sequestrato oltre tre tonnellate di petardi e botti in più attività.
Circa 1,2 milioni di pezzi, per un peso complessivo di oltre 2,7 tonnellate, sono stati sequestrati in due attività commerciali a Palermo e a Carini, custoditi in locali sprovvisti delle necessarie certificazioni antincendio e negli stessi spazi di vendita o di stoccaggio di articoli infiammabili. I titolari sono stati denunciati. Altri 240 ordigni artigianali ad alto potenziale esplosivo comunemente conosciute come "cipolle", per il peso di 39 chili, provenienti da Napoli, sono stati trovati in deposito di spedizioni e sequestrati dalle Fiamme gialle di viale Michelangelo, a Palermo. Il destinatario del carico è denunciato per attentato alla sicurezza dei trasporti e per violazione delle disposizioni in materia di controllo delle armi. Sempre nel capoluogo sono state sequestrate tre batterie da 100 razzi e 60 candelotti pirici, del peso complessivo di 15 chili, in un esercizio commerciale del centro cittadino. Al porto, in un'auto proveniente da Napoli, sono stati sequestrati 152 chili di materiale pirotecnico e denunciate due persone per commercio abusivo di materiale esplodente e per violazioni al Codice della navigazione. Controlli anche in provincia: a Termini sono stati sequestri 106 chili di botti e illegali e a Bagheria 436 chili coperti in sei spedizioni diverse.
La Gdf ha sequestrato anche oltre 6 tonnellate di fuochi d'artificio, tra cui un bengala, fontane, centinaia di batterie contenenti circa 670 chili di polvere pirica attiva, che si trovavano in un garage e in un monolocale al centro di Avola, nel Siracusano. Secondo la Guardia di finanza i locali erano sprovvisti dei requisiti di sicurezza previsti dalla legge, in assenza della autorizzazione prefettizia e in violazione delle norme antincendio. Denunciato il trentenne di Avola che custodiva i botti in un garage e in un monolocale del centro cittadino.