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03/01/2024 06:00:00

La situazione nelle carceri peggiora sempre di più

L’associazione Antigone ha pubblicato, a fine 2023, un report sulla situazione delle carceri in Italia, il primo dato allarmante che emerge è che c’è una sovraffollamento del 117,2%.

 

Le strutture sono fatiscenti, non garantiscono i 3 mq calpestatili per ogni detenuto.

Cresce il numero dei suicidi all’interno delle celle, solo nel 2023 68 persone si sono uccise, eppure di fronte a questo disastro la politica non si pone alcun problema e non pensa nemmeno ad una soluzione. La presidente di Antigone, Patrizia Gonnella,  ha lanciato l’allarme sul sistema penitenziario italiano, prima che si arrivi a condizioni di detenzione inumane e degradanti generalizzate: “La politica ponga il tema del carcere al centro della propria agenda e accetti di discuterlo senza preconcetti ideologici o visioni di parte”. "Quello che notiamo - sottolinea Gonnella - è la crescita estremamente rapida del sovraffollamento penitenziario.

Oggi i detenuti sono 60.000, oltre 10.000 in più dei posti realmente disponibili e con un tasso di sovraffollamento ufficiale del 117,2%, con una crescita nell’ultimo trimestre (da settembre a novembre) di 1.688 unità. Nel trimestre precedente di 1.198. In quello ancora prima di 911. Nel corso del 2022 raramente si è registrata una crescita superiore alle 400 unità a trimestre. Andando avanti di questo passo, tra 12 mesi, l'Italia sarà nuovamente ai livelli di sovraffollamento che costarono la condanna della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per violazione dell'articolo 3 della Convenzione Edu”.

Nel rapporto di Antigone si scrive nero su bianco che la popolazione detenuta continua a crescere, a fronte di 51.272 posti ufficialmente disponibili erano 60.116 le persone detenute alla data del 30 novembre: 2.549 le donne, il 4,2% dei presenti 18.868 gli stranieri, il 31,4% dei presenti.
Da settembre a novembre 2023 i detenuti sono aumentati di 1.688 unità.

Il problema è legato non solo alla mancanza dello spazio fisico ma soprattutto alla fatiscenza delle strutture: nei 76 carceri visitati da Antigone negli ultimi 12 mesi il 31,4 % è stato costruito prima del 1940; la maggior parte di questi addirittura prima del 1900; nel 10,5% degli istituti visitati non tutte le celle erano riscaldate; nel 60,5% c’erano celle dove non era garantita l’acqua calda per tutto il giorno e in ogni periodo dell’anno; nel 53,9% degli istituti visitati c’erano celle senza doccia; nel 34,2% degli istituti visitati non ci sono spazi per lavorazioni; nel 25% non c’è una palestra, o non è funzionante; nel 22,4% non c’è un campo sportivo o non è funzionante.

Per la presidente Gonnella: “Le politiche governative dell'ultimo anno non hanno di certo aiutato le politiche penitenziarie. Tanti sono stati infatti i nuovi reati o gli inasprimenti delle pene varati da Governo e Parlamento, dal dl Caivano, alle norme anti-rave, fino al recente pacchetto sicurezza. Scelte che non avranno alcun impatto sulla prevenzione dei reati, per cui servirebbero altresì politiche economiche e sociali, ma che stanno contribuendo e contribuiranno sempre di più al sovraffollamento penitenziario e ad un peggioramento delle condizioni di vita delle persone detenute, ma anche del personale, su cui viene scaricata la fatica quotidiana di gestire situazioni complesse a fronte di scarse gratificazioni economiche. Ci auguriamo quindi che il 2024 riapra una grande discussione nel paese sul carcere e sulle finalità della pena. Che si capisca che abbiamo bisogno di più misure alternative, di prendere in carico le persone - soprattutto quelle con dipendenza o disagio psichico - all'esterno, evitando che il carcere diventi un luogo di raccolta di marginalità e emarginazione. Antigone è a disposizione insieme al suo bagaglio di conoscenze e competenze maturate in quasi 40 anni di attività, monitoraggio e studio dei sistemi penitenziari e penali".