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15/01/2024 06:00:00

Sicilia. Pioggia di soldi ai Comuni "raccomandati"

Ci sono comuni raccomandati, e “figli di nessuno”. Città che non hanno “santi in paradiso”. I “santi” sarebbero i deputati regionali all’Ars che nell’ultima finanziaria regionale hanno avuto la possibilità di far ottenere fondi ai comuni di provenienza e ai propri bacini elettorali.

SI tratta dei fondi che avevano a disposizione i deputati regionali sulla base di un accordo tra governo, maggioranza e opposizione, stretto prima di Natale per poter approvare la Finanziaria prima del termine ultimo ed evitare l’esercizio provvisorio. Fondi che servono per riqualificare impianti sportivi, ma anche per sagre, eventi, spettacoli.

Su 391 comuni siciliani, solo un terzo ha ottenuto fondi. Spesso sono Comuni avvantaggiati dalla presenza di deputati del territorio all’Ars. E ci può anche stare. Ma osservando come vengono distribuiti i fondi saltano subito all’occhio alcune differenze. Chi ha racimolato poco o niente parla di ingiustizie. Il capoluogo Palermo per esempio riceve 600 mila euro dalla Finanziaria regionale, che servono, tra le altre cose, per la riqualificazione degli impianti sportivi. Ma altri Comuni, più piccoli, in proporzione ottengono molto di più. Su tutti spicca, ad esempio, il caso di Cerda, 5 mila abitanti, il cui sindaco è il deputato leghista Salvatore Geraci. Incassa ben 550 mila euro  (200mila per l'Estate Cerdese e 350mila per la Sagra del carciofo).


Catania ottiene 350 mila euro. Ma rispetto ad un altro comune della provincia, Paternò, che ottiene 800 mila euro, è poca roba. Paternò però può contare sul suo cittadino illustre, il meloniano Gaetano Galvagno, alla presidenza dell’Ars. E’ bacino elettorale del forzista Nicola D’Agostino, invece, Acireale, a cui vanno 950 mila euro. Belpasso, sempre nel Catanese, è paese del meloniano Giuseppe Zitelli: 750 mila euro. C’è spazio anche per i deputati di opposizione e i loro territori. Come il piccolo comune di Militello Val di Catania, 6 mila abitanti, e 260 mila euro grazie al deputato Giovanni Burtone.
Un bel bottino, 1 milione 750 mila euro, ottiene Ragusa, la città del deputato Pd Nello Dipasquale. Sono di Modica, invece, i deputati regionali Nino Minardo (Lega) e Ignazio Abbate (DC) che ottiene 650 mila euro per sei progetti, tra questi anche un campo di bocce indoor per 100 mila euro. E’ di Comiso invece il deputato FdI Giorgio Assenza, a cui vanno 800 mila euro.
Uno dei casi più eclatanti si registra, invece, ad Agrigento. La città dei Templi, che sarà Capitale italiana della Cultura 2025, non ottiene nulla. Ma Licata, del grillino Angelo Cambiano e del segretario Dc Carmelo Pullara, prenderà 1,2 milioni di euro. Così come 600 mila euro andranno alla piccola Casteltermini, 7 mila anime.

Altra sproporzione in provincia di Caltanissetta. Il capoluogo di provincia ottiene 650 mila euro dalla Finanziaria, invece per Milena (che conta appena 2700 abitanti) vanno 500 mila euro.
Appena 100 mila euro per Messina, ma ben 400 mila per Taormina del sindaco Cateno De Luca. Sindaco e deputato è anche Giuseppe Lombardo: la sua città, Roccalumera, 4 mila abitanti, riceve 300 mila euro. 500 mila euro invece vanno a Brolo, del leghista Peppe Laccoto. Il meloniano Pippo Gennuso fa ottenere, invece, 450 mila euro alla sua Barcellona Pozzo di Gotto.
Giuseppe Carta, deputato Mpa, riesce a far ottenere un milione di euro a Melilli, nel Siracusano, mentre il capoluogo di provincia ottiene 670 mila euro per ristrutturare due impianti sportivi. Sempre in provincia c’è Rosolini, bacino elettorale del forzista Riccardo Gennuso, che dei 390 mila euro ottenuti una buona parte andranno al festival dell’arancino. E poi 230 mila euro alla città di Tiziano Spada, Pd, di Floridia.

A Marsala, territorio del capogruppo forzista Stefano Pellegrino, 250 mila euro per i lavori della piscina comunale. 100 mila euro vanno invece a Trapani. Zero a Mazara.

Una spartizione che ovviamente ha fatto arrabbiare i sindaci di quei comuni che non hanno “santi in paradiso”. Come il sindaco di Bagheria, grosso centro del Palermitano, Filippo Tripoli, che parla definisce la spartizione “rappresentazione plastica della parcellizzazione del bilancio regionale, eseguita senza alcun criterio, se non quello di tenere in considerazione amici e bacino elettorale. Un quadro che fa scattare alcune domande. E’ questo lo scotto da pagare per evitare l’esercizio provvisorio della Regione? Un patto tra governo, maggioranza e opposizione a discapito di tutti quei territori, come il nostro, che all’Ars non hanno alcun deputato di riferimento diretto?”.
In provincia di Trapani anche il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, commenta con amarezza non tanto la spartizione, ma “l’assenza di regole, di parametri. Bisognava stabilire delle priorità, perchè così si rischia di dare risorse a chi ne ha meno bisogno, mentre i sindaci che non hanno appoggi a Sala d’Ercole si ritrovano soli”. Per il sindaco di Partinico, Pietro Rao, “chi non ha santi in paradiso si ritrova con un pugno di mosche in mano”.