Maltrattamenti in famiglia, atti persecutori (reato più noto come “stalking”) e lesioni personali sono le accuse mosse ad un marsalese, S. M., dipendente come autista del Ministero della Giustizia (in passato in servizio al Tribunale di Marsala, attualmente è applicato a Trapani).
I tre reati sono contestati nell’ambito di due distinti procedimenti penali. Quello per maltrattamenti familiari vede come “parte offesa” la moglie di M. E per evitare contatti tra i due, la magistratura ha disposto l’applicazione del braccialetto elettronico.
Gli altri due reati vedono, invece, come parte offesa una coppia: un operatore del settore calzature, “Chicco” Patti, e la moglie. Secondo l’accusa, i reati di stalking e lesioni sarebbero stati commessi in danno del Patti, mentre la moglie sarebbe stata vittima “soltanto” di stalking.
Per S. M., inizialmente difeso dall’avvocato Alessandro Laudicina, che poi ha rinunciato al mandato, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio in entrambi i procedimenti. Nei giorni scorsi, davanti al gup Riccardo Alcamo, è andata a vuoto la prima udienza.
A marzo si dovrebbe entrare nel vivo. Nel frattempo, dopo la rinuncia di Alessandro Laudicina, all’imputato sono stati assegnati due avvocati d’ufficio, uno per ogni procedimento.
Per stalking e lesioni, in particolare, il nuovo difensore è Caterina Calamia.