Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
25/02/2024 06:00:00

Ucraina, Palestina e i conflitti dimenticati: Trapani dice no alla guerra

Studenti, sindacalisti e cittadini hanno partecipato al sit-in per la pace organizzato nella Giornata nazionale di mobilitazione delle città italiane per il cessate il fuoco in Palestina e in Ucraina, e tutte le altre guerre dimenticate.

Una manifestazione nazionale per dire “no” alla guerra, “no” a tutte le guerre, proprio il 24 febbraio, giorno che ricorda l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Una mobilitazione organizzata dalla Cgil e sezioni trapanesi delle Associazioni “Comitato per la difesa della Costituzione”, “Sostieni Ucraina”, “Ucraina Mediterranea”, “Libera”, “Amnesty International-Gr295”, “Coordinamento donne Cgil”, “Auser”, “Comunità Papa Giovanni XXIII”, “Azione Cattolica”, “Chiesa Evangelica Valdese di Trapani e Erice”, “Anpi” e “Shorùq Arcigay Trapani”. 

Trapani è una città della pace – dichiara Liria Canzoneri, segretaria generale provinciale Cgil Trapani -. Noi oggi questo vogliamo dimostrare. Il tema della pace mette insieme non solo partiti e associazioni che hanno aderito all’iniziativa, ma anche quelle con posizioni diametralmente diverse. Il tema della pace unifica perché riguarda tutti. Noi riteniamo necessario che l’Italia dica no e si adoperi per questo attraverso politiche che vadano contro qualsiasi forma di violenza e di autoritarismo – continua -. Bisogna investire non in armamenti ma in welfare, in sviluppo e in lavoro affinché le persone abbiano condizioni di vita migliori”.  Anna Restivo