La Sicilia continua a produrre troppi rifiuti, con una quantità pro-capite ben al di sopra della media nazionale. Nel 2022, secondo l'Ispra, ogni siciliano ha prodotto in media 443 kg di rifiuti urbani, di cui 142 kg sono finiti in discarica. Un dato preoccupante, se si considera che l'obiettivo fissato dal decreto legislativo 36/2003 era di 81 kg pro-capite all'anno per il 2018.
Palermo maglia nera
La provincia di Palermo si conferma la più grande produttrice di rifiuti, con 563.774 tonnellate e una produzione pro-capite di 465,51 kg all'anno. Seguono Catania (501.329 tonnellate) e Siracusa (464 kg pro-capite). I risultati migliori si registrano invece a Enna, con 341 kg all'anno per abitante.
Differenziata in crescita, ma non basta
Fortunatamente, la raccolta differenziata è in crescita: nel 2022 ha raggiunto il 52,95% della produzione regionale di rifiuti, contro il 51,39% del 2021. Un aumento importante, ma ancora non sufficiente. La provincia più virtuosa è Trapani con il 76,63%, seguita da Ragusa (68,38%). Fanalino di coda Palermo, con il 35,29%, unica provincia a rimanere al di sotto del 50%.
Serve un cambio di passo
Per ridurre la quantità di rifiuti in Sicilia è necessario un cambio di passo. Occorre potenziare la raccolta differenziata, soprattutto nelle grandi città come Palermo, e incentivare la cultura del riciclo e del riuso. È fondamentale inoltre investire in impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti all'avanguardia, per evitare che finiscano in discarica.
Le buone notizie
Nonostante le criticità, ci sono anche buone notizie. La produzione pro-capite di rifiuti urbani è in calo: nel 2022 è diminuita del 4,6% rispetto al 2021. Inoltre, la raccolta differenziata è in crescita costante dal 2014.
Inceneritori.
“Il governo Schifani come da premesse autorizza due inceneritori in zone industriali, uno a Palermo ed uno a Catania. Si tratta di un grave passo indietro per l’ambiente e per la salute dei siciliani che di certo non risolverà il problema dei rifiuti perché di fatto discariche e inceneritori continueranno a convivere. E’ dunque questa la soluzione proposta dal governo di centrodestra per chiudere il ciclo dei rifiuti in Sicilia?” Lo dichiara il coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle Nuccio Di Paola a proposito del Piano Rifiuti della Regione Siciliana la cui bozza circola negli uffici di Palazzo d’Orleans e che prevede tra l’altro l’adozione di due inceneritori. “Dato che gli impianti saranno costruiti nelle aree industriali - spiega Di Paola - viene da chiedersi se ad esempio il territorio del Palermitano continuerà a convivere con la discarica di Bellolampo ed un nuovo inceneritore o se quest’ultimo sostituirà e metterà la parola fine alla discarica? Stessa cosa dicasi per Catania. Tutte questioni irrisolte che denotano la grande confusione che regna a Palazzo d’Orleans anche su questo tema, con l’unica certezza di voler affidare ai privati il business dei rifiuti” - conclude Di Paola.
Sindaci.
“Ci dispiace dover prendere atto che tutti i nostri appelli siano finora caduti nel vuoto. Abbiamo chiesto un incontro al presidente della Regione, Renato Schifani, richiamando lo spirito di collaborazione istituzionale al fine di individuare una soluzione per arginare gli extra costi su energia e rifiuti che ingessano i bilanci comunali , ma a tutt’oggi non abbiamo ottenuto alcuna risposta. Gli assessori Falcone e Di Mauro ci avevano assicurato che , dopo aver “recepito il grido d’aiuto dei sindaci siciliani e dell’Anci” , avrebbero rifinanziato gli aiuti ai comuni per compensare gli aumenti dei costi a seguito del trasferimento all'estero dei rifiuti. Avevano, inoltre, confermato la dotazione di 60 milioni per mettere in sicurezza i bilanci delle amministrazioni locali e, soprattutto, per scongiurare aumenti dei tributi a carico dei cittadini. Ma queste promesse non hanno avuto seguito. Ci dispiace doverlo sottolineare a mezzo stampa, ma siamo a un passo dal default e dall’aumento generalizzato delle tasse e rimaniamo disorientati dal silenzio del Governo regionale”. Queste le conclusioni del Consiglio regionale dell’ANCI Sicilia che, riunitosi ieri , ha rinnovato la richiesta di un incontro con il Presidente della Regione. “In assenza di una pronta risposta - ha concluso il presidente dell’Associazione dei comuni siciliani, Paolo Amenta - metteremo in campo iniziative di protesta non escludendo una mobilitazione permanente per evitare che le criticità da noi evidenziate si risolvano, come al solito, mettendo le mani nelle tasche dei cittadini”.
"L'allarme dei sindaci sul mancato incontro in merito agli extracosti su rifiuti ed energia è preoccupante perché testimonia sia la mancanza di sensibilità istituzionale nei confronti degli enti locali e dei loro bisogni che la totale assenza di visione su questi problemi la cui esplosione era tra l'altro ampiamente anticipata". A dirlo è il deputato Pd all'Ars, Nello Dipasquale, commentando il comunicato di protesta di Anci Sicilia che lamenta il mancato incontro con il governatore Renato Schifani.
"Come avevo anticipato - prosegue Dipasquale - la misura di finanziamento con le risorse Fsc degli extracosti per i rifiuti fuori Sicilia è stata un fallimento a causa della cattiva impostazione da parte del governo Musumeci: una vicenda alla quale il governo Schifani, che si vanta di essere 'in continuità' con il precedente Esecutivo regionale, non ha saputo dare soluzione. A questa impasse si aggiungono poi i costi mai scesi veramente dell'energia elettrica e del gas - continua il deputato ragusano del Partito democratico -. Spese che i Comuni sopportano per l'illuminazione e il riscaldamento degli edifici pubblici e scolastici. Davanti a questa situazione il governo ha il dovere di dare una risposta ai sindaci - conclude Dipasquale - che sono la prima linea di front office verso i cittadini".