Migliorare le infrastrutture dei porti di Trapani, Marsala, Mazara e San Vito Lo Capo per aiutare il territorio e rigenerare le comunità. Per farlo, la Regione ha sbloccato oltre 3 milioni di euro da investire sull'offerta della pesca, tra i servizi per i turisti e la promozione delle tradizioni culinarie. I fondi rientrano nel piano per la Strategia di Sviluppo Locale di tipo partecipativo nel settore della pesca, finanziata sui fondi del piano 2021/2027.
Ecco su cosa si investe
Lo scopo è il miglioramento delle infrastrutture, dei servizi e della sostenibilità del comparto della pesca locale e le azioni previste nella strategia approvata riguardano miglioramenti delle infrastrutture portuali nei porti di Trapani, Marsala, Mazara e San Vito Lo Capo
Piano di azione locale e attività partecipative
L’avvio delle attività rientrano nel Piano di Azione Locale avviato lo scorso autunno. L'obiettivo è aiutare il territorio e rigenerare la comunità facendo leva sulla partecipazione di privati e amministrazioni comunali, operatori del comparto pesca, associazioni, organizzazioni di categoria e tutti gli stakeholders a vario titolo interessati.
Tra le azioni previste anche la promozione delle tradizioni culinarie a base di pesce per lo sviluppo del turismo sostenibile; il sostegno alle flotte pescherecce nell’adozione di motori e tecnologie pulite per affrontare i cambiamenti climatici e il coinvolgimento attivo dei pescatori nella salvaguardia delle risorse marine, fino ad arrivare allo sviluppo di servizi, come l’ittiturismo e il pescaturismo, per promuovere il turismo sostenibile e la creazione di un centro permanente per il coordinamento delle politiche locali legate alla pesca.
“Nei prossimi mesi troveranno concreto avvio – sono state le parole di Francesco La Sala, presidente del Gal pesca “Torri e Tonnare del Litorale Trapanese” - tutti gli interventi, pensati e concertati con gli attori locali, al fine di contribuire alla crescita nelle aree costiere, promuovendo un’economia blu sostenibile, valorizzando le risorse umane, sociali, culturali e ambientali delle comunità locali operanti nel comparto della piccola pesca artigianale, integrando i settori pesca e acquacoltura, con quelli della Blue Economy”.