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16/06/2024 20:30:00

 Caso Denise, il giornalista Milo Infante a processo. E' accusato di aver diffamato pm di Marsala

Milo Infante, giornalista conduttore del programma di Rai2 “Ore 14”, sarà processato, davanti il Tribunale di Caltanissetta, con l’accusa di avere diffamato i pm della Procura di Marsala che si sono occupati dell’inchiesta sul sequestro di Denise Pipitone, la bambina
scomparsa a Mazara del Vallo l’1 settembre 2004, quando aveva poco meno di quattro anni. A rivelare la notizia del processo a suo carico è stato lo stesso Infante in un’intervista concessa alla giornalista di “corriere.it” Candida Morvillo (quest’ultima, per altro, ospite fisso di “Ore 14”).

“Il pm – dice Infante nell’intervista – ha chiesto l’archiviazione, ma il Gip ha disposto l’imputazione coatta. Andrò a processo in nome della libertà di stampa”. Sarà, quindi, il tribunale nisseno - competente quando una delle parti (o entrambe) sono magistrati in servizio nel distretto giudiziario della Sicilia occidentale – a stabilire se Milo Infante, con le sue dichiarazioni in tv, ha esercitato
legittimo diritto di cronaca e di critica, oppure ha commesso reato di diffamazione aggravata in danno dei pm di Marsala. E per il Gip di Caltanissetta ci sono i presupposti perché la questione venga esaminata in maniera più approfondita da un giudice in un processo.

“Qualcuno dice che sono ossessionato da quel caso – continua Infante nell’intervista rilasciata a Candida Morvillo – ma per me è un dovere arrivare alla verità e fare qualcosa per avere giustizia. Io provo dolore per i suoi genitori (di Denise, ndr), come per tutti i familiari delle vittime. Invidio i colleghi che scrivono il pezzo e passano ad altro”.

Nell’aprile 2022, era stato sempre lo stesso Infante ad aver rivelato di aver ricevuto un avviso di garanzia dalla procura di Caltanissetta, spiegando che i pm di Marsala hanno presentato una querela per diffamazione aggravata contro di lui e contro altri colleghi che si sono occupati della scomparsa di Denise Pipitone. “Sono sereno e tranquillo di non aver detto niente di diffamatorio – dichiarò allora - Se la diffamazione consiste nel criticare delle indagini aperte e chiuse a tempo di record, allora sono colpevole. Le indagini sono state fatte male nel corso degli anni. Gli errori più gravi sono stati commessi nelle prime due settimana… Ribadisco di nonavere mai fatto una critica ai magistrati di Marsala”.