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20/08/2024 06:00:00

Scuola, verso il nuovo anno scolastico tra caos e ... caldo

Il mondo della scuola italiana è in fermento, con una serie di problemi e controversie che minacciano di far partire l'anno scolastico in un clima di caos e incertezze. In primo piano, la questione dei 250.000 supplenti previsti per il nuovo anno scolastico, una cifra che già da sola sottolinea le difficoltà nel garantire un'adeguata copertura delle cattedre. A complicare ulteriormente la situazione, un nuovo stop alle assunzioni dei dirigenti scolastici, che rischia di lasciare molte scuole senza una guida stabile.

La polemica sulle assunzioni dei presidi
Il problema principale che tiene in scacco il sistema scolastico riguarda la sospensione delle assunzioni di 519 dirigenti scolastici, prevista per il 1° settembre, a seguito di un concorso straordinario riservato. Il Tar del Lazio ha deciso di sospendere in via cautelare queste assunzioni, in attesa di una decisione definitiva prevista per il 5 settembre. Questo stop rischia di lasciare un numero significativo di scuole senza preside, portando all'11% la percentuale di istituti in reggenza, ovvero con un dirigente a mezzo servizio.

"Una situazione intollerabile," ha dichiarato Roberto Romito, presidente di Anp Puglia, evidenziando come il mancato ingresso in ruolo dei 519 presidi potrebbe creare una paralisi in numerose scuole. Se il blocco non sarà rimosso, invece di 7.300 dirigenti fissi, ci saranno solo 6.800 presidi stabili, lasciando circa 800 scuole con una direzione provvisoria.

Le reazioni e le preoccupazioni
Il Ministero dell'Istruzione ha presentato ricorso contro la decisione del Tar, con un cauto ottimismo sulla possibilità di scongelare queste assunzioni e scongiurare il rischio di reggenze diffuse. Antonello Giannelli, capo dell’Anp, ha sottolineato come questa situazione sia il risultato di un sistema di reclutamento che continua a generare contenziosi, suggerendo un cambiamento radicale nel metodo di selezione dei dirigenti e docenti, magari adottando un modello simile a quello aziendale, con colloqui personali piuttosto che concorsi pubblici.

La proposta di posticipare l'inizio delle lezioni
In vista del nuovo anno scolastico, previsto per iniziare il 12 settembre in Sicilia, molte voci si alzano in protesta per l'inizio delle lezioni in quello che è considerato ancora periodo estivo. Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani e altri sindacati stanno chiedendo una revisione del calendario scolastico, proponendo di posticipare l'inizio delle lezioni a ottobre. Questa proposta nasce dalla preoccupazione per le alte temperature che, secondo loro, renderebbero difficoltosa la permanenza nelle aule scolastiche spesso non attrezzate per gestire gli estremi climatici.

Il dibattito si accende con posizioni contrastanti. Da un lato, c'è chi sostiene la necessità di adeguare il calendario alle nuove realtà climatiche per garantire il benessere di studenti e personale scolastico. Marcello Pacifico, presidente dell'Anief, si fa portavoce di questa visione, evidenziando l'assurdità di riprendere le attività didattiche in condizioni climatiche estreme e invocando un cambio nei cicli produttivi che tenga conto del clima.

D'altro canto, la proposta non trova favore tra i genitori, molti dei quali già alle prese con la sfida di gestire le lunghe pause estive. La petizione lanciata in primavera da WeWorld ha messo in luce le difficoltà delle famiglie italiane, sottolineando come la lunga pausa estiva incrementi le disuguaglianze e complichi la conciliazione tra vita lavorativa e familiare. I genitori chiedono piuttosto che le scuole rimangano aperte più a lungo durante l'estate, proponendo attività extra-scolastiche per i mesi di giugno e luglio, in modo da ridurre la durata delle vacanze estive e distribuire le pause in modo più equo durante l'anno.

Il calendario scolastico per il 2024/2025, come attualmente stabilito, vede l'Alto Adige anticipare tutti con il rientro a scuola già il 5 settembre, seguito da altre regioni in date successive fino al 16 settembre. La discussione, quindi, è destinata a continuare, con le scuole che hanno la facoltà di modificare leggermente le date di apertura, ma senza deviare significativamente dal calendario regionale.

In conclusione, la questione dell'adeguamento del calendario scolastico alle realtà climatiche e alle esigenze delle famiglie rimane un tema caldo, con la comunità scolastica e i genitori divisi su come meglio affrontare le sfide poste dall'attuale configurazione del calendario scolastico in Italia.

La controversia del concorso 2017
A complicare ulteriormente la situazione, c'è la controversia legata al concorso per dirigenti scolastici del 2017, che ha generato una serie di ricorsi e contro-ricorsi. Il Decreto ministeriale 107 del giugno 2023 ha cercato di mettere ordine con un concorso straordinario riservato, ma la procedura ha sollevato nuove critiche, in particolare da parte dei candidati del nuovo concorso, che temono ritardi nelle loro assunzioni.

Con il futuro dell'anno scolastico ancora incerto e il rischio di disordini amministrativi sempre più concreto, il mondo della scuola italiana si prepara ad affrontare un periodo turbolento, con la speranza che le questioni aperte possano trovare una soluzione prima del suono della campanella.