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12/09/2024 09:49:00

Randazzo chiede la "messa alla prova"

 Il giudice monocratico del tribunale di Marsala Francesco Parrinello dovrebbe decidere lunedì prossimo sulla richiesta di “messa alla prova” avanzata per Giorgio Randazzo, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Mazara del Vallo, accusato del reato di ricettazione nell’ambito del procedimento penale che ha visto indagato, per accesso abusivo a sistema informatico e divulgazione segreto d’ufficio, il maresciallo dei carabinieri Luigi Pirollo, al quale si contesta di aver sottratto abusivamente dal server dell’Arma file segreti relativi alle indagini svolte per porre fine alla latitanza del boss mafioso Matteo Messina Denaro.

Anche il maresciallo Pirollo, tutt’ora sospeso dal servizio a stipendio ridotto, ha chiesto la messa alla prova, ma in questo caso l’udienza si terrà nel luglio 2025. Secondo l’accusa, Randazzo, con l’aiuto del noto fotografo Fabrizio Corona, avrebbe provato a vendere i file avuti da Pirollo alla redazione di “Mow”, giornale milanese diretto da Moreno Pisto. A loro volta Pisto e Corona, dopo aver preso in visione i file che erano in una chiavetta li avrebbero copiati illecitamente sui loro pc, anche se successivamente decisero di denunciare il Randazzo, portando in visione alle autorità sia il materiale informatico che la registrazione video dell’incontro effettuato per la vendita dei file. In fase di Riesame della misura cautelare (arresti domiciliari, poi revocati) il difensore del consigliere comunale meloniano, l’avvocato Massimiliano Di Giorgi, ha sottolineato che il suo assistito non è stato mai trovato in possesso dei file con i dati sottratti alla banca dati dell’Arma. A difendere il maresciallo Pirollo è, invece, l’avvocato Walter Marino.

La messa alla prova consiste in un periodo di lavori di pubblica utilità al termine del quale, se la relazione dell’Ufficio per l’esecuzione penale esterna è positiva per l’indagato, il giudice dichiara il reato contestato estinto.