Un quadro allarmante emerge dal primo tavolo di confronto dell'Osservatorio per la sicurezza nei luoghi di lavoro e contrasto al lavoro nero e irregolare, istituito presso la Prefettura di Trapani. I dati, seppur parziali e relativi alla prima metà del 2024, mostrano una situazione preoccupante: l'84% delle aziende controllate dall'Ispettorato del Lavoro presenta irregolarità, mentre il 26% dei lavoratori è risultato impiegato in nero.
Il lavoro irregolare a Trapani è quindi una vera e propria emergenza sociale. A lanciare l'allarme è Liria Canzoneri, segretario provinciale della CGIL, che dipinge un quadro preoccupante della situazione.
"Trapani, come la Sicilia, è una delle province in cui il lavoro nero e grigio si sviluppa con maggiore intensità - afferma Canzoneri - I settori più colpiti sono l'edilizia, l'agricoltura e il turismo, ma anche nuove forme di occupazione, come i riders, presentano criticità".
Lavoro grigio, un fenomeno diffuso
Oltre al lavoro nero, il territorio trapanese è afflitto anche dal cosiddetto "lavoro grigio". Si tratta di lavoratori formalmente in regola, ma i cui diritti vengono sistematicamente violati. Un esempio è la pratica di versare i contributi direttamente al datore di lavoro, percependo uno stipendio inferiore a quello indicato in busta paga. Questo fenomeno è diffuso non solo nei settori tradizionali come l'edilizia, l'agricoltura e l'artigianato, ma anche nella sanità privata, nelle scuole private, nella logistica e nel trasporto.
I numeri delle ispezioni dell'Asp
Francesco Vallone, responsabile dell'ufficio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, ha fornito un quadro dettagliato della situazione al 24 agosto.
Edilizia, agricoltura e turismo: settori a rischio
Nell'edilizia, la riforma del codice degli appalti ha innescato una "gara al ribasso" che spesso si traduce in una riduzione dei costi del lavoro e in condizioni di lavoro grigio, se non nero. "Il nuovo codice degli appalti demanda la responsabilità a cascata", spiega Canzoneri, "e questo spesso si traduce in una riduzione dei costi sul lavoro e quindi soprattutto sui dipendenti".
In agricoltura, il fenomeno del caporalato, soprattutto nei confronti dei lavoratori immigrati, è ancora molto presente. "Penso per esempio al fenomeno di Campobello e Castelvetrano - denuncia Canzoneri - ma è un problema diffuso in tutta la provincia. Spesso questi lavoratori diventano invisibili, non godono di nessuna tutela e sono oggetto di sfruttamento da parte dei caporali".
Anche il turismo, settore chiave per l'economia trapanese, è caratterizzato da stagionalità e precarietà. "Bassi salari, dumping contrattuale e lavoro nero sono purtroppo diffusi", sottolinea il segretario provinciale della Cgil.
L'Osservatorio Provinciale: un primo passo
Per contrastare questo fenomeno, a settembre è stato costituito un Osservatorio Provinciale permanente per la sicurezza nei luoghi di lavoro e per contrastare il lavoro nero e irregolare. "Un Organo fondamentale monitorare ciò che accade nel mondo del lavoro nel Trapanese - commenta Canzoneri - perché mette a confronto tutte le istituzioni, le parti datoriali, ASP, INAIL e INPS, per cercare di trovare un elemento comune che possa aiutare a combattere questo fenomeno".
Un problema di sicurezza e di welfare
Ma la lotta al lavoro nero non può limitarsi alle azioni di controllo e repressione. "Bisogna intervenire sulla cultura della legalità a partire soprattutto dal lavoro e quindi dalla stabilità del lavoro - sottolinea Canzoneri - La non applicazione dei contratti nazionali non significa soltanto avere salari più bassi, ma comporta anche gravi carenze per quanto riguarda la sicurezza e la salute dei lavoratori".
Canzoneri ricorda che "in tema di salute e sicurezza dei lavoratori, abbiamo visto quello che è successo nella nostra provincia: più di mille morti ogni anno sul lavoro e tantissimi infortuni e malattie professionali. A Trapani soltanto nel 2024 abbiamo avuto 98 casi di denunce e tra il 2010 e il 2024 circa 10 infortuni mortali".
Il ruolo del Pnrr e l'importanza delle politiche attive
Gli investimenti previsti dal Pnrr per l'emersione del lavoro sommerso e le politiche attive del lavoro rappresentano un'opportunità importante per arginare il fenomeno. "Investire in politiche attive significa restituire dignità alle persone e creare condizioni di maggiore uguaglianza sociale - spiega - Spesso le persone cedono al ricatto del lavoro nero perché non hanno alternative. Il Pnrr può contribuire a creare nuove opportunità di occupazione regolare, offrendo la possibilità di lavorare in condizioni dignitose e di uscire dal circuito del lavoro sommerso".
Un appello al cambiamento culturale
Infine, Canzoneri lancia un appello al cambiamento culturale: "È necessario un cambio di approccio nei confronti del lavoro e della legalità. Non andiamo nel verso giusto. Dobbiamo investire sulla cultura della legalità, a partire dal lavoro".