Seduti a terra, quasi come se fossero in spiaggia attorno ad un falò, ma senza nessun fuoco a scaldarli. Li abbiamo visti così, ieri mattina, a Marsala, infreddoliti con addosso una coperta termica, nei pressi del "Salato", dove si trova l'isola ecologica. Erano i quattordici migranti che si erano lanciati in mare, dopo che il peschereccio su cui viaggiavano si era incagliato, rischiando la vita nonostante molti di loro non sapessero nuotare. Tra questi, tutti molto giovani, anche un ragazzino. Solo uno di loro parlava italiano e ha fatto da portavoce con le forze dell'ordine.
Fortunatamente, il dramma non si è trasformato in tragedia. Intorno alle 10 del mattino, è stato segnalato l'avvistamento di persone in mare che, a nuoto, tentavano disperatamente di raggiungere la riva. Il peschereccio, con circa 60 migranti a bordo, si era incagliato sui bassi fondali a nord del porto di Marsala. L'incidente ha innescato una vasta operazione di soccorso coordinata dalla Guardia Costiera, coinvolgendo motovedette provenienti dalle basi di Trapani, Mazara del Vallo e Marsala, con l'ausilio di imbarcazioni private.
Tra i 14 migranti che si sono gettati in mare, 13 erano uomini e uno era un ragazzino. Momenti di vero terrore, con le grida in cerca di aiuto. Tuttavia, grazie all'intervento tempestivo della Guardia Costiera e dei soccorritori locali, tutte le persone sono state salvate. Tra le persone soccorsa c'era anche una donna incinta, che ha ricevuto immediate cure mediche.
Mentre i soccorritori erano impegnati in mare, una quarantina di migranti è rimasta bloccata a bordo del peschereccio incagliato. Le operazioni per disincagliare l'imbarcazione sono state difficili e sono proseguite fino alle 13:30, quando finalmente il peschereccio è stato liberato e trasportato in sicurezza al porto di Marsala.
Dopo essere stati tratti in salvo, i migranti sono stati trasferiti al porto di Marsala, dove coloro che necessitavano di cure mediche sono stati assistiti immediatamente. Altri, invece, sono stati identificati e fotosegnalati dalle forze dell'ordine. Successivamente, una parte dei migranti è stata trasferita al porto di Trapani per le ulteriori procedure di identificazione, grazie all'intervento della motovedetta CP 331.
L'operazione ha coinvolto non solo la Guardia Costiera, ma anche Polizia, Carabinieri, Vigili Urbani di Marsala e l'Agenzia Frontex. Il peschereccio, una volta disincagliato, non ha provocato danni ambientali, evitando rischi di inquinamento delle acque. La prontezza degli interventi e la sinergia tra le istituzioni hanno fatto la differenza in una situazione che poteva avere esiti ben più drammatici.