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30/10/2024 11:00:00

Il delirio della classe politica italiana 

In questi giorni di devastazione per le alluvioni in Emilia Romagna, in Sardegna e in Liguria, che hanno colpito anche il Piemonte, il panorama appare desolante. A Bologna, nel quartiere di Borgo Panigale, oltre all'emergenza dell'inondazione, si è aggiunta la tragedia della morte di due giovani lavoratori e il ferimento di altri undici. "Tutti giovanissimi", ha sottolineato il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, accorso sul luogo dell'incidente. Finora, quasi 700 persone hanno perso la vita sul lavoro solo quest'anno, e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ribadito con forza: "La sicurezza sul lavoro è una priorità permanente della Repubblica".

A questa emergenza si aggiunge l’annoso problema dei tempi d’attesa nella sanità pubblica, che spesso ignora i "codici di priorità" riportati sulle ricette mediche. In base a queste normative, una visita o un esame urgente dovrebbe essere garantito entro 72 ore, un esame con priorità "breve" entro 10 giorni, 30 giorni per una visita o 60 per un esame se differibile, e 120 giorni se programmato. Eppure, le liste d'attesa restano insostenibili per molti cittadini.

Mentre l’Italia affronta queste sfide, altre crisi internazionali continuano a evolversi senza la dovuta attenzione: nella Striscia di Gaza si contano almeno 45 vittime causate da recenti attacchi aerei israeliani, e il conflitto in Ucraina sembra sprofondare nell'oblio mediatico.

E cosa fa la politica italiana? Piuttosto che concentrarsi su queste priorità, sembra impegnata in tutt'altre faccende. La classe dirigente è occupata a denunciare complotti presunti contro la sorella della Presidente del Consiglio o a contestare la magistratura per aver dichiarato illegittimi i trattenimenti di migranti in Albania, nell’hub costruito dal governo.

Nel frattempo, il Movimento 5 Stelle è scosso dalle tensioni interne. Beppe Grillo ha liquidato Giuseppe Conte, definendolo "il mago di Oz" e dichiarando il suo "diritto all’estinzione del Movimento" dopo che Conte ha deciso di non rinnovargli il contratto di 300 mila euro per la comunicazione. La reazione di Conte è stata altrettanto risentita: "Qualcosa si è incrinato in maniera irreversibile". Sul fronte della sinistra, invece, il cosiddetto "campo largo" appare più un "Camposanto largo", con continui scontri tra i leader: Conte ha posto il veto su Matteo Renzi, nonostante quest’ultimo abbia mostrato segni di riavvicinamento con Elly Schlein, mentre i battibecchi tra Carlo Calenda e Renzi proseguono senza sosta.

La realtà ci ricorda che la politica è chiamata a rispondere a istanze complesse e cruciali, come il cambiamento climatico, la sicurezza sul lavoro, il diritto alla salute e la pace. Questi dovrebbero essere i suoi veri obiettivi, non il delirio a cui assistiamo ogni giorno.

Vittorio Alfieri