Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
13/11/2024 06:00:00

Castelvetrano, i fondi per il depuratore e le beghe politiche FdI e M5S

 I fondi per il depuratore di Castelvetrano non arriveranno, nemmeno stavolta. E sono fondi attesi dal 2022, sotto promessa dell’allora presidente Nello Musumeci. Eppure, anche quest’anno, è finita in un nulla di fatto.

In questi giorni però, oltre alla mancata approvazione dei fondi, a contendersi l’attenzione di cittadini e giornalisti è stata la dichiarazione dell’on. Bica di Fratelli di Italia, che scrive sui social: «Le carte parlano chiaro, è stato proprio il M5S a chiedere lo stralcio della norma sul depuratore. L'emendamento soppressivo porta la firma dell'On. Ciminnisi». Secondo Bica insomma il vero responsabile dello stop ai finanziamenti per il trapanese sarebbe il Movimento 5 Stelle, anzi proprio la deputata Cristina Ciminnisi.

Qualcosa però in effetti non torna in questa storia.

Perché la norma sul riutilizzo delle acque reflue, cioè l’articolo 9 del decreto legge sulla variazione del bilancio previsionale della Regione, la stessa norma che avrebbe autorizzato l’erogazione di 600 mila euro a favore di Castelvetrano e del suo depuratore, non è mai arrivata al voto dell’aula. Ed è lo stesso presidente dell’ARS Gaetano Galvagno (FdI) a darne atto durante la seduta: la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari ha stralciato, prima che arrivasse in aula, l’articolo 9 del decreto legge, posticipando all’anno prossimo la discussione sull’erogazione dei fondi.

Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari di cui, però, non fa parte l’on. Cristina Ciminnisi.

Per la verità, la discussione sul fondo per il depuratore di Castelvetrano durante la seduta ha seguito una direzione precisa. Mentre infatti l’Assessore regionale all’economia Dagnino si è detto a favore dell’erogazione del fondo, definendola una misura necessaria e giustificabile, i presenti in aula hanno espresso dubbi sulla struttura dell’emendamento. Dubbi che sono arrivati per lo più da Fratelli d’Italia, ma non solo.

Secondo Galvagno (FdI) è il caso di «evitare di fare norme che possono essere spot», ovvero destinate soltanto a un preciso territorio o comune. Sulla stessa linea si schiera l’on. Cambiano (M5S): «Ben venga l'intervento in favore del territorio del trapanese per il riutilizzo delle acque reflue, ma le acque reflue e depuratori funzionanti ci sono in tante parti della Sicilia». Per questo chiede all’ARS di «volare alto», quindi di «evitare gli interventi mirati o gli interventi in favore di specifici territori».

Allora perché l’on. Bica insiste sulla firma soppressiva di Ciminnisi, riportando persino uno screenshot dentro cui si legge il suo nome tra i firmatari per la soppressione?

A Tp24, l’on. Ciminnisi spiega: «L’on. Bica continua a sostenere che io avrei soppresso l’articolo. La norma non è mai arrivata al voto dell’aula. Ho presentato dei soppressivi a quella norma, esattamente come a tutte le altre norme che riguardavano misure sulla gestione dell’emergenza idrica.».

Ma cosa sono i soppressivi di cui parla Ciminnisi? Gli emendamenti soppressivi sono emendamenti che hanno lo scopo di eliminare un articolo o una parte del testo. Non sono definitivi perché possono essere ritirati in fase di discussione, ma di fatto bloccano l’iter di un decreto legge. Secondo Ciminnisi, «gli emendamenti soppressivi sono uno strumento della prassi parlamentare utilizzata dalle opposizioni per esprimere la propria contrarietà alla linea politica del governo espressa nella manovra. Al momento del dibattito vengono ritirati – proprio come è avvenuto per tutte le altre norme a cui abbiamo presentato come forza di opposizione degli emendamenti soppressivi.»

Perché allora l’on. Bica si è scagliato contro Ciminnisi? In effetti i rapporti politici tra i due deputati non sono idilliaci. Già qualche mese fa, tra i due era nato uno scontro sulla riqualificazione del quartiere Villa Rosina. In quell’occasione, infatti, l’on. Ciminnisi aveva attaccato direttamente Bica, mettendo in discussione il suo impegno riguardo il reperimento di finanziamenti per Villa Rosina. Attacco che si è ripetuto anche pochi giorni fa, questa volta in merito ai fondi per la manutenzione straordinaria delle reti idriche nei comuni ex EAS. Fondi questa volta bloccati dal voto contrario, in aula, proprio del centrodestra.

E così Ciminnisi commenta: «L’onorevole bica sta utilizzando in maniera strumentale una foto del fascicolo degli emendamenti [n.d.r. foto in copertina] che nulla a che vedere con le scelte della conferenza dei capigruppo, a cui io neppure partecipo non essendo capogruppo del M5S. La sua mi sembra una rappresaglia politica, ma infondata». Che si tratti allora di semplice vendetta (politica)?

Daria Costanzo