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02/12/2024 06:00:00

La morte di Panseca. I familiari denunciano: “Ritardi e negligenze all’ospedale di Pantelleria”

Ritardi e negligenze dietro alla morte di Filippo Panseca a Pantelleria. E’ quanto denunciano in un esposto alla Procura di Marsala i familiari dell’artista e intellettuale deceduto a 84 anni lo scorso 24 novembre a causa di un infarto miocardico acuto.

Panseca era residente a Pantelleria, e proprio al pronto soccorso dell’ospedale Nagar dell’isola si sarebbero verificati gravi ritardi e inadempienze nei soccorsi, secondo quanto denunciano i figli Massimiliano e Giorgia.

Il racconto
Nell’esposto i familiari di colui che viene ritenuto il padre della “computer art” raccontano quanto sarebbe avvenuto la notte del 24 novembre scorso. Alle 1:47 di notte Panseca ha accusato un forte dolore toracico irradiato al braccio, sintomo classico di un infarto, e si è recato d’urgenza al pronto soccorso accompagnato da un amico, Renato Calò. Dopo un tragitto di circa cinque chilometri, i due sono arrivati all’ingresso della struttura alle 1:57, ma hanno trovato la porta chiusa. Calò ha iniziato a bussare e a gridare per chiedere aiuto, ma, secondo quanto riportato nella denuncia, solo alle 2:09, ben 12 minuti dopo l’arrivo, due infermiere in borghese hanno aperto.


Nonostante la gravità evidente della situazione, le infermiere, anziché fornire cure immediate, avrebbero richiesto documenti come carta d’identità e tessera sanitaria, ritardando ulteriormente l’intervento. È solo alle 2:14 che Panseca è stato sottoposto a un elettrocardiogramma, che ha confermato un infarto acuto. Tuttavia, secondo i figli di Pansica, non sarebbero state praticate le cure d’emergenza necessarie, come la somministrazione di trombolitici, fino all’arrivo di un rianimatore, contattato solo alle 2:47.

Le contestazioni
Nella denuncia, i figli di Panseca sottolineano una serie di presunte negligenze e ritardi che, a loro avviso, avrebbero aggravato la situazione del padre.

- Ritardo nell’accesso al pronto soccorso: I 12 minuti trascorsi fuori dalla porta rappresentano, secondo loro, un tempo cruciale in cui Panseca è rimasto senza assistenza.
- Codice di triage errato: Al paziente sarebbe stato attribuito un codice giallo anziché rosso, nonostante i sintomi chiaramente riconducibili a un infarto.
- Ritardo nelle cure: Tra la diagnosi di infarto alle 2:14 e l’arrivo del rianimatore alle 2:47, non sarebbero state eseguite manovre salvavita.
- Omissioni nella somministrazione di terapie: Non sarebbero stati somministrati farmaci salvavita immediati, come i trombolitici.

 
La denuncia e le richieste alla Procura
Massimiliano e Giorgia Panseca hanno chiesto alla Procura di indagare sulla vicenda, identificando eventuali responsabilità penali da parte del personale sanitario coinvolto. La denuncia punta a far luce su quanto accaduto quella notte, sostenendo che i ritardi e la mancanza di tempestività nelle cure abbiano avuto un ruolo determinante nel decesso di Filippo Panseca.


Nel documento presentato alla Procura, i querelanti indicano anche testimoni e prove a sostegno della loro versione, tra cui le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza e le dichiarazioni di chi l’ha accompagnato in ospedale.

 
Chi era Filippo Panseca
A Pantelleria era arrivato nel 1976 assieme a Margherita Boniver con cui e altri socialisti craxiani fu fondatore del Centro Internazionale di Brera. Panseca, artista al centro di polemiche negli anni '80 per i suoi allestimenti dei congressi del Psi.

Già docente di figura ed ornato modellato al liceo artistico di Palermo dal 1964 al 1967, Panseca fondò nel 1965 il Gruppo Tempo Sud. Nel 1970 dà inizio all'Arte biodegradabile. Nel 1986 viene invitato da Tommaso Trini ad esporre il video "Immagini Digitali Fotodegradabili" alla Biennale di Venezia e partecipa alla Triennale di Milano presentando "Il Luogo del lavoro di Filippo Panseca", una valigia contenitore di tutto di sogni e strumenti per attuarli. Diviene noto negli anni Ottanta come realizzatore di innovative scenografie per i congressi del Partito Socialista Italiano, inventore del garofano rosso nel simbolo elettorale.

Celebre il tempio di Rimini e la piramide telematica eretta nel 1989 nell'area Ansaldo di Milano. Ha inoltre collaborato come scenografo con La Scala di Milano con la Rai, Mediaset e Rete A e come designer per Kartell, Onlywood, Martini, Arteluce, Fiorucci e Baghetti. Nel 1988 è tra i fondatori del movimento Arte Ricca a Torino e partecipa a tutte le mostre del gruppo in Italia e all'estero. Nei primi anni Novanta, brevetta e realizza Swart Art O Mat, un distributore automatico di opere d'arte programmabile a distanza e utilizzabile attraverso banconote o carta di credito. Nel 2009, prosegue il suo percorso con una serie di opere Cronache Mitologiche Digitali che rappresentano la vita di personaggi noti dalla politica all'industria rappresentati in veste di divinità con i loro pregi e difetti, vizi e virtù, le opere sono state esposte a Savona al Castello di Priamar e successivamente alla galleria Battaglia di Milano. Dal 2015, con una tecnica innovativa, realizza le opere fotocatalitiche che sono state presentate a giugno per la prima volta presso la Galleria Adalberto Catanzaro di Bagheria (Palermo) e successivamente al Museo di Palazzo Riso di Palermo.