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24/11/2024 13:54:00

Carcere di Trapani: convalidati gli arresti per undici agenti, confermati i racconti di violenze  

Rimangono agli arresti domiciliari gli undici agenti di polizia penitenziaria del carcere Pietro Cerulli di Trapani coinvolti nell’inchiesta sulle presunte torture avvenute nella sezione Blu, destinata ai detenuti in isolamento. Gli arresti, eseguiti mercoledì dagli investigatori del Nucleo Investigativo Centrale (NIC), sono stati convalidati dal giudice per le indagini preliminari, Giancarlo Caruso.

Degli undici arrestati, solo uno ha risposto alle domande del giudice, mentre gli altri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. A partire da lunedì, inizieranno anche gli interrogatori di garanzia per i 14 agenti sospesi dal servizio nell’ambito dello stesso procedimento. Complessivamente, gli indagati sono 46.

Testimonianze e intercettazioni sconvolgenti

Tra le prove raccolte, emergono testimonianze dirette e intercettazioni che delineano un quadro drammatico. Un detenuto straniero, rispondendo a una domanda sugli abusi subiti, ha dichiarato: «Sì, sono stato picchiato dagli agenti di Trapani, ma non ho mai denunciato i fatti perché pensavo fosse normale durante la detenzione». Il giovane ha anche raccontato di aver assistito a episodi di violenza in cui gli agenti chiudevano le porte delle celle per impedire ad altri detenuti di vedere quanto stesse accadendo.

Un altro episodio inquietante riguarda un detenuto di colore, vittima di percosse e umiliazioni. Intercettazioni ambientali hanno catturato un commento razzista di un agente: «Tanto questo è nero, non si vede un cazzo».

Un sistema che normalizza la violenza

Secondo il procuratore Gabriele Paci, le violenze erano inserite in un contesto di degrado strutturale e umano che ha reso possibile la normalizzazione di comportamenti del tutto inaccettabili. La sezione Blu, in particolare, era divenuta un luogo di sopraffazione, dove i soggetti più fragili, spesso affetti da problemi psichiatrici, erano le principali vittime.

L’inchiesta, che conta oltre 150 pagine di ordinanza, getta luce su un sistema carcerario in cui abusi e umiliazioni sembravano parte di una gestione ordinaria, sollevando interrogativi profondi sulla tutela dei diritti umani e sulla necessità di riforme urgenti.