Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
25/11/2024 09:06:00

Detenuto morto in carcere. Presentata denuncia alla Procura di Trapani

La famiglia di Ivan Domenico Lauria, il 28enne messinese morto nel carcere “Ugo Caridi” di Siano, a Catanzaro, venerdì scorso, ha annunciato tramite il proprio legale, l’avvocato Pietro Ruggeri, l’intenzione di presentare nei prossimi giorni una denuncia anche alla Procura di Trapani. Lauria era stato detenuto a lungo nel carcere “Pietro Cerulli” di Trapani, già al centro di un’indagine che coinvolge venticinque agenti penitenziari accusati di tortura, abuso di autorità e falso ideologico.

Le condizioni di Lauria e l’indagine sulla sua morte
Secondo l’avvocato Ruggeri, il corpo di Lauria presentava "evidenti ematomi e varie e profonde ferite da taglio", mentre il referto medico parla di decesso per "abuso di sostanze stupefacenti e arresto cardiaco". L’autopsia è stata eseguita e si attendono i risultati degli esami sui campioni prelevati.

Lauria, invalido civile al 75% e affetto da gravi problemi psichiatrici, era sottoposto alla tutela della madre in qualità di amministratore di sostegno. Nonostante le condizioni di salute, il Tribunale di Sorveglianza di Palermo aveva rigettato la richiesta di differimento della pena. Il giovane stava scontando un cumulo di condanne, prevalentemente per reati legati alla tossicodipendenza, per un totale di 11 anni e 2 mesi.

Denunce e richieste ignorate
Dal 2021, il legale della famiglia aveva presentato ripetute istanze al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) e al Ministero della Giustizia per ottenere il trasferimento del giovane in una struttura adeguata alle sue condizioni psichiatriche, oltre a richiedere un avvicinamento che permettesse alla madre di assisterlo. Le richieste sono rimaste senza risposta.

Il carcere di Trapani sotto i riflettori
Il nome di Lauria riemerge nell’inchiesta che ha travolto il carcere “Pietro Cerulli” di Trapani, dove era stato detenuto per oltre un anno. "Mi taglio tutti i giorni, mi impicco tutti i giorni, mi vogliono portare alla morte", aveva dichiarato il giovane, come riportato in un’ordinanza del gip di Trapani.

Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, ha annunciato una visita ispettiva presso il carcere di Trapani, sottolineando: "È il carcere dove hanno arrestato le guardie che torturavano".

L’avvocato Ruggeri ha già formalizzato una denuncia presso la Procura di Catanzaro. Ora, con un fascicolo aperto anche a Trapani, la famiglia chiede che venga fatta chiarezza sulle responsabilità della morte di Lauria e sulle condizioni in cui ha trascorso la detenzione.