Il nuovo libro di Stefano Casertano esplora il celebre scontro tra Arturo Toscanini e il regime fascista, offrendo uno sguardo intenso e ironico sui meccanismi della dittatura e della ribellione culturale.
Arturo Toscanini, uno dei più grandi direttori d'orchestra della storia, si trova a Bologna il 14 maggio 1931 per dirigere un concerto al Teatro Comunale. Tuttavia, quando i ministri fascisti insistono perché apra la serata con l'inno "Giovinezza", Toscanini si rifiuta fermamente, innescando uno scontro memorabile. La vicenda è il nucleo di "A morte Toscanini!", il nuovo romanzo di Stefano Casertano, edito da Bertoni Editore.
In un'intervista, Casertano racconta le motivazioni che lo hanno spinto a esplorare questa storia, la sua passione per la letteratura, e i suoi modelli di riferimento. "Ho cercato testimonianze in archivi di tutta Italia per capire meglio cosa accadde veramente – spiega – ma le fonti sono spesso discordanti, e la verità appare sfumata, alterata già dalla propaganda del regime".
Ecco alcuni estratti dall’intervista all’autore:
Il tuo rapporto con la scrittura?
“Penso che leggere sia ancora più importante di scrivere: nella società della distrazione, sviluppare la capacità di seguire una narrazione complessa è essenziale per il pensiero critico. Scrivo per mestiere, lavorando anche come sceneggiatore nel cinema.”
Come nasce l'idea del tuo nuovo manoscritto?
“L'episodio degli schiaffi a Toscanini è noto e ignoto al tempo stesso. Ho cercato testimonianze in tutta Italia per far luce su ciò che realmente accadde, ma ogni versione sembra differente. Alla fine, ho ricostruito una versione che, a mio avviso, è non solo plausibile ma forse l’unica possibile. Il libro però è romanzato, offrendo un quadro dei rapporti tra cultura e potere all’inizio degli anni '30.”
Raccontaci i luoghi dove è ambientato.
“Le vicende si svolgono in un giorno, il 14 maggio 1931, a Bologna, città in veloce rinnovamento. Ho voluto raccontare la città attraverso i suoi simboli: il teatro Comunale, la funicolare di San Luca e la fiera del Littorale.”
Parlaci dei personaggi del tuo romanzo.
“Il protagonista è Toscanini, figura carismatica, ribelle e di talento ineguagliabile. Al suo fianco e contro di lui ci sono vari rappresentanti del regime, come il ministro Costanzo Ciano e il sottosegretario Leandro Arpinati. Attraverso queste figure ho cercato di mostrare i conflitti interni al fascismo e le diverse sfumature di ambizione e controllo.”
Com’è nata la scelta del titolo?
“‘A morte Toscanini!’ è un contraltare oscuro e ideale al ‘Viva Verdi!’ del Risorgimento. Toscanini lasciò l’Italia dopo i fatti di Bologna, e la sua rivincita arrivò solo dopo la guerra.”
Una frase del romanzo?
“La frase è nel titolo, che racchiude tutto il senso della sfida, dell’orgoglio e della resistenza culturale.”
Letture preferite?
“Amo gli umoristi inglesi, da Jerome a Wodehouse. Tra gli americani, Fante, Wallace e Roth. Ho un debole per Elsa Morante e Joyce, anche se Joyce non è uno scrittore: è una setta.”
Con "A morte Toscanini!", Casertano offre al lettore un’immersione negli intrighi culturali e politici di un’Italia in pieno regime fascista, invitando alla riflessione sulla libertà individuale e il potere dell’arte.