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31/12/2024 06:00:00

"Mi hanno ucciso il figlio, ora mi vogliono in galera": la denuncia choc della madre di Nicolò Giacalone

Un dolore che non trova pace, una ferita che si riapre ogni giorno. Donatella Di Pietra, madre di Nicolò Giacalone, il giovane operaio morto il 20 luglio 2022 in un tragico incidente sul lavoro a Custonaci, vive un Natale di straziante sofferenza.

Nicolò, dipendente della Sud Marmi S.r.l., perse la vita alla guida di un'autogru precipitata in un dirupo. Il 24 gennaio scorso, per quel tragico incidente, il datore di lavoro Vito Pellegrino ha patteggiato una pena di 20 mesi per omicidio colposo, legata alla violazione delle norme di sicurezza sul lavoro. Così come Vincenzo Miceli, responsabile di cantiere della Sud Marmi, ha patteggiato, anche lui, 16 mesi. Per entrambi, il gup Samuele Corso ha disposto la sospensione della pena.. Nicolò si era sposato solo otto mesi prima della tragedia.

Ma per Donatella la giustizia non ha lenito il dolore. "Venite a vedere come vive una madre che per colpa di altri ha perso suo figlio - scrive sui social - venite a vedere che non finisce tutto con una sentenza, o un risarcimento".

E come se non bastasse, la donna denuncia un'ulteriore beffa: è stata querelata per diffamazione aggravata proprio da Vito Pellegrino, il datore di lavoro condannato per la morte di suo figlio. Donatella rischia ora una pena detentiva che potrebbe essere il doppio di quella patteggiata da Pellegrino. "Oltre al danno la beffa", commenta amaramente. "Non riuscirete a zittirmi - prosegue - nel caso farò io la galera al vostro posto".

Donatella Di Pietra è letteralmente sepolta viva con Nicolò. "Noi madri la condanna, l'ergastolo, l'abbiamo già avuta il giorno che i nostri figli hanno perso la vita", scrive con straziante lucidità.

 

Sotto l'Albero della Sicurezza, opera d'arte opera che l’artista Francesco Sbolzani ha donato all’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (Anmil) e poi condivisa con il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica (Mlac), installata davanti al Comune di Trapani, mamma Donatella ammonisce chi ogni giorno va a lavorare: "Bisogna dire no a chi impone irregolarità e mette a rischio la propria vita. Meglio perdere il lavoro e non perdere la vita".

Con il cuore infranto, mamma Donatella lancia poi un appello a non usare più il termine "morti bianche": "Non c'è nulla di bianco in una morte sul lavoro, sono morti sporche, sporchissime!". Un grido di dolore che si unisce a quello di Rosy Giacalone, la sorella di Nicolò, che parla di "vera e propria invalidità familiare" quando un caro muore sul lavoro.

"La legge va cambiata - chiede mamma Donatella - perché chi uccide sul lavoro deve pagare davvero per quello che ha fatto". Una luce di speranza arriva dalle parole del vice ministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, che ha annunciato l'imminente deposito di una proposta di legge per introdurre il reato di 'omicidio sul lavoro', con aggravanti per chi non rispetta gli obblighi di prevenzione e premi per i datori di lavoro virtuosi.

Per questo Donatella Di Pietra si sta impegnando attivamente nella raccolta firme per la legge di iniziativa popolare che introduce il reato di omicidio sul lavoro. La proposta di legge, presentata lo scorso 19 maggio, mira a introdurre una nuova fattispecie di reato specifica per l'omicidio e le lesioni gravi o gravissime sul lavoro, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. L'obiettivo è quello di avere un deterrente più forte contro chi non rispetta le norme di sicurezza e mette a rischio la vita dei propri dipendenti.

La battaglia per la verità e la giustizia continua, affinché la morte di Nicolò non sia vana e nessun'altra famiglia debba subire un dolore così immenso.