Lei fa parte del nucleo della Protezione Civile. Siete partiti quasi subito, nell’immediatezza del terremoto.
Sì, già lunedì mattina l’Assessore Lauria, che ha la delega alla Protezione Civile, insieme al Presidente della Provincia Turano, nonché al Dipartimento Regionale di Protezione Civile (che ha sede anche a Trapani, sulla via Virgilio) ha proposto a noi tecnici di partire per prestare il proprio soccorso e aiuto alle zone terremotate… Io sono stato uno di quelli che ha accettato questo invito…
Immaginiamo che non sia stato il solo a partire dalla provincia di Trapani…
No, ma faccio parte del primo gruppo che è partito … io, in particolare, sono partito con la macchina la sera st
essa di lunedì insieme a un collega del comune di Erice, il geometra Tilotta. Poi ci siamo ricongiunti con un’altra macchina di tecnici del Dipartimento della Protezione Civile e, a Catania, ci siamo aggregati alla Colonna della Regione, che era formata da circa 60 o 70 automezzi, tra cui mezzi speciali compresi i mezzi per realizzare un campo- base, la cucina mobile, tende, approvvigionamenti, gru …
Che scenario vi si è presentato quando siete arrivati sul luogo del terremoto?
Mah… all’arrivo non abbiamo visto molte cose perché siamo stati allocati in un Comune a circa 8 chilometri da L’Aquila, Tornimparte, che si trova sul versante sud della città , e qui ci sono molti edifici danneggiati, ma non situazioni estreme….. C’è da dire comunque che lì le persone dormono fuori già da parecchie settimane…. poi il giorno successivo ci siamo recati a L’Aquila e ci sono davvero scene drammatiche…
Qual è il vostro compito lì?
La colonna della Regione comprende volontari di diverso tipo: ci sono per esempio i volontari addetti alla tenuta del campo o all’accoglimento degli sfollati. Io, invece, faccio parte del nucleo dei rilevatori, ovvero di coloro che hanno il compito di identificare i danni degli edifici, sia privati che pubblici, e di dichiarare l’agibilità o meno degli stessi. Io per esempio proprio poco fa ho fatto il rilevamento di un supermercato Conad, che è stato di fatto il primo supermercato ad essere riaperto a L’Aquila…
In percentuale, a L’Aquila, quanta parte della città è danneggiata?
Io, onestamente, una visione globale non ce l’ho, ma certamente la parte del centro storico è quella più danneggiata. Il centro storico è assolutamente inagibile, ma anche il resto della città presenta danni più o meno gravi. Consideri che l’ordinanza prefettizia ha ordinato lo sgombero e la chiusura di tutti gli edifici della città , sia privati che pubblici. Adesso li stiamo controllando ad uno ad uno per capire quali possono essere utilizzati e quali no.
Lei ha avuto modo di parlare con qualche testimone di questa disgrazia?
Sì, ho avuto modo di parlare con gli sfollati: sono allo stremo dello sforzo … d’altronde sono notti che dormono fuori, a volte in luoghi impensabili, per esempio sotto gli ombrelloni, nelle macchine …
Cosa pensa dell’organizzazione dei campi Protezione Civile?
Io posso dire la mia impressione: ho notato uno sforzo davvero notevole, penso che l’organizzazione sta funzionando al meglio delle possibilità … per quello che ho visto io funziona e anche bene e, ad ogni ora che passa, mi pare che vada perfezionandosi … Nonostante questo, non escludo che, da qualche parte, ci sia ancora qualche problema di organizzazione perché la situazione è davvero grave. Comunque ho visto campi- base un po’ dappertutto, dovunque, almeno una quindicina organizzati da vigili del fuoco, forze armate, Ministero dell’Interno. E quello che abbiamo organizzato noi della Regione Siciliana, a parte qualche momento iniziale, funziona anche molto bene: c’è una cucina da campo che sforna 700 pasti all’ora e fa quattro turni sia a pranzo che a cena, ci sono tendoni per le mense oltre che per l’assistenza medica, e sono stati anche organizzati aiuti in termini di distribuzione del vestiario e di altri beni di prima necessità . Ci sarà pure qualche disfunzione, è vero, ma credo nei limiti, soprattutto vista la gravità della situazione …
Quando torna?
Facciamo dei turni di 10 giorni. Dovrei rientrare a metà di questa settimana.
E’ la prima volta che lei va in zone colpite da queste disgrazie?
Con le colonne d’aiuto, si. Come Protezione Civile è la mia prima esperienza. E devo dire che tutto è molto toccante, perché l’aspetto umano prevale su tutto.
Se questo terremoto fosse accaduto in Provincia di Trapani, cosa sarebbe successo?
Il nostro tallone d’Achille è tutta l’edilizia non adeguata alle norme antisismiche. Penso soprattutto ai centri storici. Molto spesso da noi inoltre quando si costruisce si sottovaluta l’importanza di rispettare le norme antisismiche, adeguando gli edifici. Il terremoto non è prevedibile, ma ci si può preparare, prendendo le giuste misure di prevenzione, cominciando proprio dall’adeguamento degli edifici.