12.00 - C'è stato un omicidio a Marsala. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato commesso alle 11 circa in contrada Fossarrunza. La vittima è Nino Craparotta, fratello di Ciccio, scomparso nel 1992 per quello che fu registrato come un caso di lupara bianca. Indagano i carabinieri.L'uomo, nato nel 1941, è stato ucciso secondo le ricostruzioni addirittura a bastonate all'interno della propria abitazione dove si trovava ristretto in quanto sorvegliato speciale di mafia. Infatti sul luogo dell'omicidio è stato trovato proprio un bastone. Indagini a 360 gradi da parte dei Carabinieri coordinati dal capitano Luigi Aureli per ricostruire la vicenda che è allarmante dal momento che potrebbe preludere a un ritorno della guerra di mafia a Marsala, anche se le modalità fanno pensare più ad un'efferata vendetta.
Quindi, di certo si sa solo che l'omicidio è avvenuto nelle vicinanze dell'abitazione della vittima. I carabinieri non si sbilanciano sul movente ne' sulle modalita' del delitto, rivelando soltanto che non sono state usate armi da fuoco. Gli invastigatori non escludono che l'omicidio sia scaturito da fatti che non hanno alcuna connessione con la criminalita' organizzata. Altri particolari non vengono rivelati al momento "per non pregiudicare le indagini".
Antonino Craparotta era stato arrestato nel 1993 per associazione mafiosa in un'operazione che portò in carcere una cinquantina di persone. Tutti accusati di avere preso parte ad una faida con decine di morti. Al vertice della cosca, secondo gli inquirenti, c'erano il fratello di Antonino, Francesco Craparotta e Francesco D'Amico, entrambi uccisi con il metodo della "lupara bianca".
Per questo e per altri omicidi commessi nell'ambito della faida nel Trapanese è stato condannato all'ergastolo come mandante Totò Riina.
Quella dei Caprarotta è una nota famiglia appartenente alla criminalità organizzata di stampo mafioso. Francesco Caprarotta, scomparso nel 1992 e fratello della vittima di oggi, era riconosciuto negli anni 80 come il capomafia di Marsala, insieme a Vincenzo D'Amico. I due, tra l'altro, si opposero ad un disegno di Toto Riina che nel 1991 voleva uccidere Paolo Borsellino, allora Procuratore a Marsala, con un'autobomba in
città .
Borsellino si salvo' , ma morirono i due padrini, colpevoli di aver ostacolato con un secco rifiuto il proposito di uccidere il magistrato: un chiodo fisso di Agate e di Riina.Craparotta e D'amico scomparvero il 12 gennaio del '92 a Marsala; i loro corpi non furono mai più ritrovati. Il racconto e' dei pentiti Antonio Patti e Carlo Zichittella, killer della mafia marsalese, rei confessi di decine di omicidi.