Il sindaco Renzo Carini ha chiesto pertanto un altro ennesimo vertice in Prefettura. Si terrà la prossima settimana (il 25 maggio) e vi prenderà parte anche il direttore generale dell’ASL n.9 Gaetano D’Antoni. “Recentemente, avevo sollecitato al manager il trasloco di tutti i reparti ospedalieri di piazza San Francesco - sottolinea il sindaco Carini - sono certo che l’incontro con il prefetto Stefano Trotta, che ha seguito fin dall’inizio l’intera vicenda, porterà ad una definitiva accelerazione verso l’apertura del nuovo Ospedale”. In pratica, a venti giorni esatti dal provvedimento con il quale il sindaco Carini aveva ordinato lo sgombero del San Biagio, la riunione in Prefettura servirà a fare il punto sulle operazioni di trasferimento che - una volta ultimato - renderà completamente fruibile dall’utenza il nuovo Ospedale di Marsala. Ma lo scetticismo aumenta.
Sui rapporti tra Carini e il manager D'Antoni c'è un fitto mistero. Non si capisce infatti cosa manchi al trasferimento del nuovo ospedale. La scorsa settimana i due si erano incontrati per fare il punto sul trasferimento dei reparti ospedalieri dal vecchio San Biagio nella nuova struttura di contrada Cardilla. "Il direttore generale - aveva detto Carini - mi ha assicurato che entro questa settimana inizierà il trasferimento dell'ambulatorio di gastroenterologia e di tutti gli altri attivati nel vecchio presidio ospedaliero". E invece, nulla.
Rimangono ancora al San Biagio gli ambulatori di medicina, oncologia, diabetologia, chirurgia ecc., cui dovrebbe seguire il trasferimento a Cardilla di una prima sala operatoria del San Biagio.
Nel frattempo aumentano i disservizi per i marsalesi. Ci ha scritto la Signora Rosa, ad esempio, raccontando la sua triste disavventura:
Una mattinata a Cardilla.
Premetto che ho 74 anni. Ho chiamato il Comune per avere informazioni circa il servizio bus per Cardilla, al Comune non sanno nulla, mi passano l’ufficio addetto che mi comunica che ancora devono perfezionare gli orari.
Sono andata la San Biagio per timbrare l’accettazione per fare delle analisi. Mi dicono che adesso anche l’accettazione si fa a Cardilla.
Chiamo mio figlio che deve lasciare l’ufficio per accompagnarmi. Arrivo a Cardilla e mi perdo in quanto non vi è alcuna segnalazione per indirizzare ai vari reparti, vado alla prima porta aperta dove un infermiere mi indirizza ad un altro ingresso. Entro e mi dirigo al primo sportello. La responsabile mi dice di non potere timbrare l’accettazione per mancanza di linea ai computer mi dice che posso fare lo stesso il prelievo, prendo il numero e mi metto in attesa, all’inizio due infermiere ai prelevi, in pochi minuti la magia, una scompare. Nel frattempo allo sportello, si cerca una cartella scomparsa, il medico dice al cliente ,”un attimo di pazienza per ristamparla devo recarmi al piano di sopra in quanto qui non siamo forniti di stampante.
Faccio il prelievo e mi avvio all’uscita dove arriva puntualissimo il posteggiatore abusivo, in pieno possesso del parcheggio per l’euro di pedaggio.
Rosa P.
Questo invece il commento del nostro Enzo Amato:
Uno sputo a chi si glorifica per il nuovo ospedale
Mancano solo pochi giorni e poi l'ospedale "Paolo Borsellino" aprirà finalmente le corsie, le sale operatorie, le stanze per i ricoverati...
A fine maggio infatti è previsto il funerale del vecchio "San Biagio" per finalmente battezzare il pur vecchio ospedale di contrada Cardilla. Il sindaco Renzo Carini ha fatto prevalere il suo potere decisionale viste le condizioni pessime e carenti del nostro nosocomio del centro storico. Voglio ricordare che ai primi di giugno ci saranno le elezioni europee e quindi quando si apriranno finalmente i cancelli e le porte (tutte) del novello ospedale ci sarà inevitabilmente una passerella elettorale non indifferente. Per passerella (non pensate male) intendo le marchettate che solo i politici e i personaggi del mondo dello spettacolo sanno utilizzare.
Già li vedo tutti io: candidati e non, segretari di partito, onorevoli, sindaci, assessori, senatori, consiglieri comunali, provinciali. Tutti, vecchi e giovani, pensionati e attivi. Io voglio fare una proposta ai cittadini di questo nostro territorio: mandiamo uno "sputo virtuale" a tutti quelli che nel periodo di apertura del "Borsellino" si mostreranno in tv, parleranno nelle radio locali, scriveranno sui giornali... Perchè ormai io li conosco, prevedo le loro intenzioni e i loro passi sono praticamente presumibili, previsti da tempo. Le loro dichiarazioni le ho confezionate nella mia testona.
E allora manderemo, noi poveri disgraziati, uno "sputo virtuale", un "non ci sto!" manifestato con forza, con rabbia e con dolore. Non vogliamo, e lo pretendiamo, personaggi politici che di questa inaugurazione si daranno vanto: grazie a me è stato finalmente aperto; grazie a me è partito il progetto; grazie a me abbiamo affrettato i tempi; grazie a me e al mio partito... Basta!
Il giorno dell'apertura non deve essere un momento di festa, ci dovremmo vestire tutti di nero e rimanere in silenzio per ore, come a vegliare un morto o a un malato grave. Il giorno dell'apertura non deve essere un momento per sentirci orgogliosi della nuova creatura. Con questo ospedale decine e decine di politici c'hanno fatto la loro carriera politica e diverse campagne elettorali: l'Italia aveva due titoli mondiali in meno, io ero un bambino, Berlusconi era solo un imprenditore di Milano 2, Cuffaro vendeva sicuramente calia e simenza nella valle dei Templi di Agrigento, Bossi si sposava con una terrona siciliana, i socialisti erano di sinistra, i comunisti erano di sinistra, Giuliano Ferrara era di sinistra.
Sono passati alcuni decenni e stanno per inaugurare una struttura già vecchia. Quante persone sono morte per il fatto che in questa parte di territorio mancava una struttura ospedaliera di buon livello? Al "San Biagio" non si spende una lira dai tempi di Garibaldi. Questa inefficienza ha causato diversi decessi negli anni: quanti ammalati sono morti per strada nel tragitto che porta dal vecchio ospedale a un ospedale di un'altra città della provincia più attrezzato? Io ho perso parenti e amici che si potevano salvare sicuramente se alcune attrezzature adeguate fossero presenti nel vecchio complesso ospedaliero.
E allora "sputiamo"! E' la cosa più schifosa che possa esistere, ma noi lo facciamo solo virtualmente, rischiando anche di sporcare (se ci provate davvero) il vostro televisore, la vostra radio o il vostro quotidiano preferito. E ribadisco la mia proposta: tutti vestiti di nero, in silenzio e senza interviste ai governanti (ex e attuali).
Propongo anche di modificare il nome, Paolo Borsellino merita di avere intitolato centinaia di cose possibili: palazzi di Giustizia, associazioni culturali e pacifiste, di impegno sociale... Ma l'ospedale no! L'ospedale deve prendere il nome di uno dei tanti pazienti morti a Marsala per la malasanità: il primo, l'ultimo o anche uno a casa, anche se si chiamasse Benedetta Topa.
L'ospedale non sarà di destra, non sarà di sinistra, non avrà padroni o padrini. L'ospedale è della popolazione: né dei politici, né dei medici e neppure del clero. E' fatto con i nostri soldi e per noi, per curare noi che nelle cliniche private non ci andremo perchè non ce lo possiamo permettere. E' fatto per chi sta male! Lo si aspettava da decenni. Niente cerimonie particolari di presentazione dunque, niente rinfreschi, fuochi d'artificio... E niente inviti d'elite.
Basta un semplice applauso, un applauso per tutte le persone che entreranno in questa struttura, per coloro che l'ospedale lo vivranno con dolore e sofferenza. Ma anche con una serena speranza.
Enzo Amato