Significative anche le segnalazioni riguardanti l’energia elettrica e il gas (12%), mentre - In linea con il trend nazionale - anche in Sicilia i pendolari sembrano ormai rassegnati, stanchi perfino di protestare (1% delle segnalazioni riguardano il trasporto ferroviario).
On line su www.cittadinanzattiva.it il dossier completo dal titolo: “I consumatori pagano il conto. Tutela dei diritti e potere d’acquisto in tempi di crisi”.
L’analisi a livello nazionale, presentata oggi a Roma alla presenza del Ministro Brunetta, è il frutto di 8.330 segnalazioni (+25% rispetto all’anno prima) che i cittadini hanno rivolto nel 2008 al Pit Servizi, il servizio di Cittadinanzattiva che fornisce gratuitamente ai cittadini assistenza e tutela dei diritti nei servizi di pubblica utilità.
Per la Sicilia emerge la seguente classifica dei settori in cui si riscontrano con più frequenza le criticità:
Sicilia %
Telecomunicazioni (telefonia fissa, mobile, Internet, pay tv) 26
PA (multe, fisco, pratiche amministrative, welfare) 17
Energia elettrica & gas 12
Servizi bancari & finanziari (mutui, titoli, finanziarie, c/c, carte di pagamento) 11
Servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, trasporto locale) 11
Beni e prodotti 10
Assicurazioni (Rc auto, ramo vita/infortuni) 8
Trasporto aereo 2
Servizi postali 2
Trasporto ferroviario 1
Fonte: Cittadinanzattiva – IX Relazione Pit Servizi, 2009
“Negli anni passati” afferma Giuseppe Greco, segretario regionale di Cittadinanzattiva-Sicilia, “le segnalazioni riguardavano soprattutto la scarsa qualità dei servizi, oggi i cittadini non riescono più ad accedere ai servizi, attendono troppo o comunque non riescono a sostenerne i costi. In un contesto difficile come quello che stiamo vivendo, ci si aspetterebbe l’attivazione di un sistema di tutele volto a rafforzare i diritti dei consumatori. Purtroppo, in Italia, sta accadendo esattamente l’opposto: da un lato si congelano le leggi che hanno ad oggetto l’attuazione di maggiori tutele per i consumatori come la class action, dall’altro anziché ampliare il quadro normativo si torna indietro sulle liberalizzazioni. Il risultato è che a soffrire non è solo il potere di acquisto, ma anche la tutela dei diritti, e i cittadini ne pagano il conto sia in termini di denaro che di tempo perso: diminuisce il primo e aumenta il secondo in attesa che si ripristini un qualsivoglia disservizio”.