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30/07/2009 04:11:50

Furti di rame nella campagne trapanesi: i Carabinieri incastrano 4 persone



L’incessante attività preventiva e di controllo del territorio riuscì a porre un incisivo freno al grave fenomeno, che ricordiamo, lasciò al buio intere frazioni e contrade per periodi spesso superiori ai 30 giorni, con disagi per cittadini ed esercenti, uffici postali e banche, impossibilitati nel compiere transazioni in assenza di energia elettrica o collegamento telefonico. Nel tempo finirono nell’occhio del ciclone tutti i depositi di materiale ferroso, autodemolitori, nonché ditte specializzate nel trattamento di rifiuti speciali, che in molte occasioni ricettavano il metallo rubato da pregiudicati della provincia di Trapani, intraprendendo un vero e proprio business dell’oro rosso, che ha raggiunto prezzi molto elevati (fino a 11 euro al Kg) poiché molto apprezzato per le sue note proprietà quale eccellente conduttore di energia e atossicità.

Il problema assunse entità talmente vaste e gravi da rendere necessaria la costituzione di tavoli tecnici ad hoc presso la Prefettura di Trapani, alla presenza delle Istituzioni locali, dei rappresentanti delle società Enel, Telecom e Ferrovie dello Stato, e delle Forze di Polizia, alle quali pervenivano le istanze di aiuto da parte della collettività. L’Arma dei Carabinieri non esitò a farsi carico di fronteggiare il fenomeno.

Il Comando Provinciale diede incarico a tutte le 5 Compagnie dipendenti (Alcamo, Trapani, Marsala, Mazara del Vallo, Castelvetrano) di predisporre servizi preventivi e repressivi  nei punti nevralgici delle linee telefoniche ed elettriche, nonché per la vigilanza degli snodi stradali percorsi dai ladri di rame in fuga con il materiale ferroso. Di contro, società come Telecom Italia si dotarono di sistemi di allarme che annunciavano in tempo reale l’avvenuto taglio della linea, dandone comunicazione al 112 ed alla Stazione più vicina.

Nel mese di Aprile e Maggio, una serie di furti allarmavano la popolazione nelle campagne di c/da Borromeo tra Dattilo e Paceco dove intere campate dell’Enel erano state tagliate con il favore della notte. Il grido di aiuto veniva formulato anche da noti esercenti commerciali che nel luogo svolgono l’attività di ristorazione e ricezione. Questi ultimi stavano subendo notevoli danni a causa della mancanza della corrente elettrica successiva all’asportazione di intere campate di filo.
 A distanza di mesi dall’ultimo episodio, la Compagnia Carabinieri di Trapani ha messo a segno altri due ordini di custodia cautelare a carico di altrettanti soggetti pregiudicati, e due denunce in stato di libertà di altri individui.

Si tratta di:
BRIGNONE Vincenzo, 33 anni, pantesco ma residente a Trapani, pregiudicato, tratto in arresto in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, tradotto presso la Casa Circondariale S. Giuliano di Trapani, poiché responsabile del reato di furto aggravato di cavi di rame della pubblica illuminazione di proprietà dell’Enel, danneggiamento ed interruzione di pubblico servizio;
LA GRUTTA Salvatore, 52 anni, trapanese, sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Erice, con la prescrizione di rimanere in casa dalle ore 20:00 alle 08:00 di ogni giorno, responsabile dei reati ascritti al Brignone, in concorso con questi;
F.V., 48 anni, trapanese, pluripregiudicato, residente a Buseto Palizzolo, denunciato per simulazione di reato e concorso;
B.G., 51 anni, valdericino, pregiudicato, residente a Trapani, per aver concorso nel reato.

L’attività scaturisce dai giornalieri e sistematici servizi di controllo del territorio di campagna svolti nel mese di aprile u.s. nell’agro di località Bordino, Comune di Trapani. Il Colonnello Barbano, in risposta all’aggravarsi del fenomeno delittuoso , disponeva la loro intensificazione proprio nelle zone colpite dai furti ripetuti. Nel corso di una notte intorno alle 01.00 circa, una pattuglia dei carabinieri notava una vettura sospetta darsi alla fuga nel buio; a seguito di prolungato inseguimento i militari hanno accertato l’intestatario della vettura comunque sfuggita ed hanno segnalato l’accaduto ai colleghi del Comando Stazione di Locogrande, i quali, alle prime ore dell’alba, hanno proceduto ad un sopralluogo presso il fondo agricolo che costeggiava la strada dalla quale si era data alla fuga la vettura sospetta, riscontrando la presenza di un autocarro cassonato impantanato nel fango e, nelle vicinanze dello stesso, ben 18 chilometri di cavo elettrico asportato delle linee Enel circostanti, ma ancora adagiato sul terreno. I ladri, infatti, dopo averlo strappato dai pali in legno, si erano impantanati con il mezzo e vista la presenza dei Carabinieri si erano dati alla fuga.
Parallelamente, durante il  servizio notturno di controllo del territorio, i Carabinieri identificano un’altra autovettura, sempre in prossimità del predetto luogo, che poi si rivelerà trasportare due degli odierni indagati che erano in attesa di aiuto per togliere l’autocarro dal pantano. Ciò che ha indotto il dubbio sul conto dei due occupanti della vettura, è che gli stessi -ignari- avevano fermato la pattuglia dei militari, in abiti civili, convinti che fossero amici per dare ausilio al camion. Successivamente, i Carabinieri, insospettiti data l’ora e il luogo, annotavano la targa del veicolo, il quale era riconducibile al LA GRUTTA, già noto per pregressi di polizia ai Carabinieri.
A quel punto, da una prima ricostruzione, i Carabinieri della Stazione di Locogrande, guidati dal Maresciallo Castaldi, unitamente ai carabinieri di Buseto Palizzolo, guidati dal Luog.te Cannas, riconducono i soggetti fermati nella notte precedente dai colleghi all’autocarro rinvenuto impantanato nella campagna e, con comparazioni tecniche svolte dal RIS di Messina, dimostrano la riconducibilità dell’autocarro ai soggetti sospettati. Il mezzo verrà poi immediatamente denunciato quale oggetto di furto da parte del proprietario, per giustificare la presenza dello stesso a fianco l’enorme quantità di cavi elettrici. Ed infatti F.V., proprietario del cassonato, è stato deferito all’A.G. di Trapani anche per simulazione di reato.
L’attività di indagine è stata diretta dal PM Dott.ssa Delia Boschetto, la quale, lette le risultanze dell’attività investigativa condotta dai Carabinieri di Locogrande, ha ottenuto dal G.I.P. Dott.ssa Lucia FONTANA le misure cautelari.