La Fimp, Federazione dei medici pediatri, accreditata al tavolo ministeriale di prevenzione dell’influenza, ma esclusa da quello regionale, e che in Sicilia associa 700 degli 840 pediatri di famiglia dell’Isola, con una nota inviata al ministro del Welfare, al viceministro della Salute, al presidente della Regione, all’assessore regionale alla Sanità e ai nove prefetti siciliani, ha comunicato la proclamazione dello stato d’agitazione della categoria e la programmazione, in caso di mancata risposta, di due giorni di sciopero regionale per i prossimi 1 e 2 ottobre, in coincidenza con il congresso nazionale della Fimp cui parteciperà il viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio.
La protesta si è resa necessaria a causa delle prolungate inadempienze da parte dell’assessorato alla Sanità , che mettono a rischio il corretto funzionamento del servizio territoriale di pediatria familiare,
Durante lo stato d’agitazione, i pediatri di famiglia si asterranno da tutte le prestazioni in deroga - non previste dal contratto e non coperte dal sistema sanitario pubblico - che finora i medici, con senso di responsabilità , hanno assicurato spontaneamente e gratuitamente per tutelare la salute dei minori nonostante le carenze della pubblica amministrazione: non risponderanno al telefono cellulare fuori dall’orario di lavoro; sospenderanno l’apertura prolungata degli ambulatori oltre le tre ore previste dal contratto (finora garantita dall’associazione fra più medici, anche se l’indennità viene percepita solo dal 25% di loro); sospenderanno la partecipazione (ad oggi del tutto volontaria) a progetti speciali di prevenzione.
“La legge assegna al pediatra di famiglia un ruolo fondamentale di prevenzione nel territorio e di supporto integrato ai presidi ospedalieri – spiega Adolfo Porto, segretario regionale della Fimp – . L’assessorato alla Sanità non ha ancora emanato, nonostante sia previsto dalla legge regionale di riordino del servizio sanitario, le linee guida per riorganizzare l’attività territoriale, che prevedono l’istituzione dei Presidi territoriali di assistenza attraverso l’integrazione fra medici di famiglia e operatori sanitari di Asp ed enti locali. La legge punta ad assicurare la continuità assistenziale e a spostare dagli ospedali ai medici sul territorio l’onere della prima valutazione delle patologie”.
“Inoltre – aggiunge Porto – l’assessorato non ha ancora pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il contratto integrativo regionale per i pediatri di famiglia, sottoscritto ad aprile 2008 a rinnovo di quello vigente che risale al 2000, perchè, a seguito del piano di rientro del deficit della Sanità , non ha previsto la relativa copertura finanziaria, né nel bilancio 2008 né in quello di quest’anno. L’incertezza delle regole e la mancanza di fondi – conclude Porto – rendono ormai impossibile alla quasi totalità dei pediatri di famiglia l’assicurare prestazioni di qualità e in assoluta sicurezza”.
Michele Guccione
Adolfo Porto