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08/09/2009 22:01:16

Marsalese scrive a Lombardo per chiedere il diritto all'assistenza

“Nel mese di febbraio – scrive la donna - ho subito un intervento chirurgico d’urgenza per una neoplasia del sigma a seguito del quale si sono stabiliti dei trattamenti di terapia antiblastica, secondo lo schema Folfox. Tale terapia prevede necessariamente una degenza ospedaliera di tre giorni, poiché mi vengono somministrati farmaci in maniera lenta e continuativa per la durata di 52 ore circa. Solo pochi giorni fa – aggiunge - il mio oncologo, dottor Pinto, mi portava a conoscenza della riduzione del budget assegnato alla casa di cura, che riduce al 10 per cento i ricoveri per tali terapie e quindi mi preannunciava che la mia ottava seduta era messa seriamente a rischio. Ho subito pensato che fosse uno scherzo e che a nessuno, tantomeno ad un assessore alla sanità, potesse venire in mente una tale idea scellerata, ma ben presto ho compreso che tutto aveva già trovato attuazione. Mi ripugna – scrive Piera Tumbarello - che ragioni economiche mi impediscano di essere curata, perchè questo non esiste in nessuna civiltà. Chi è malato di cancro lotta ogni giorno per la vita e vive spesso sofferenze e inquietudini fisiche e psicologiche difficili da spiegare e da comprendere. Non voglio favori ma pretende ciò che mi è dovuto, cioè il diritto alla salute e alle cure che è, in ultima analisi, il diritto alla vita. Non posso pensare di effettuare la terapia in day hospital, perché è un'ingiusta sofferenza andare in clinica e dopo poche ora mettersi in macchina per ritornare a casa a Marsala ad oltre 100 km di distanza e dopo 22 ore ritornare in clinica per continuare l’infusione, per poi, ancora, ritornare a Marsala e poi nuovamente in clinica per staccare la pompa ed effettuare il lavaggio finale. Questa mia lettera – conclude - è un urlo disperato di chi soffre, un urlo che vuole giustizia, ma allo stesso tempo, speranze per un futuro migliore”.

Jana cardinale