Nicolò Raimondo, di 59 anni, originario di Caltagirone. Per peculato e truffa allo Stato, il rinvio a giudizio è stato chiesto anche per l'ex comandante delle guardie dello stesso carcere, Giuseppe Bellomo, di 47 anni, e per un ispettore della polizia penitenziaria, Leonardo Giacalone,anch'egli di 47 anni.
Secondo l'accusa, lo scorso 19 marzo, i tre indagati lasciarono il carcere di Marsala intorno alle 12.30 per recarsi, con l'auto di servizio (e dunque consumando benzina pagata dallo Stato), a pranzo in un ristorante a circa undici chilometri di distanza dal centro ci
ttadino, mentre sul registro delle firme del personale è stata attestata la presenza in servizio di Bellomo e Giacalone fino alle 14. E ciò con la complicità dell'ex direttore, che avrebbe, inoltre, secondo l'accusa attestato che l'auto era uscita dal penitenziario per "rappresentanza in sede con autorità dirigente".
Bellomo, infine, avrebbe approfittato del viaggio di ritorno per “finalità private”. Ovvero, per recarsi presso un privato per visionare, al fine di un eventuale acquisto, uno scivolo da giardino per bambiniA condurre l'indagine, coordinata direttamente dal procuratore Alberto Di Pisa, è stata la sezione di pg della Guardia di Finanza della Procura di Marsala. La prima udienza preliminare davanti al gup, che dovrà decidere sulle richieste di rinvio a giudizio, si terrà il 7 ottobre prossimo.
A difendere i tre è l’avvocato Stefano Pellegrino.