Tra questi, materiale definito di interesse investigativo che potrebbe servire per riscontrare precedenti dichiarazioni di Massimo Ciancimino sulla trattativa tra lo Stato e Cosa Nostra, ma anche per datare alcuni fatti. Non sono stati consegnati in Procura, invece, i nastri contenenti le registrazioni dei colloqui che Vito Ciancimino incideva di nascosto per documentare i suoi incontri con i carabinieri. "Io non so cosa contengano quei nastri", ha precisato Massimo Ciancimino, che ha preannunciato di volerli prelevare dalla cassetta di sicurezza dove custoditi a Vaduz, nel Lichtenstein, per consegnarli ai magistrati.
Massimo Ciancimino si e' poi spostato nell'aula bunker di Pagliarelli per rendere nuove dichiarazioni spontanee nel processo d'appello in cui e' imputato di riciclaggio, tentata estorsione e fittizia intestazione di beni, dopo essere stato condannato a 5 anni e 8 mesi in primo grado. Il processo si svolge a porte chiuse.
Ieri Ciancimino e' stato sentito dai pm di Catania, con i quali ha parlato di imprenditori catanesi coinvolti in affari di mafia ma anche della conduzione delle indagini nei suoi confronti sul 'tesoro' del padre Vito. "Io non ce l'ho con i magistrati che hanno coordinato le indagini su di me. Non sono loro infatti che eseguono le perquisizioni o che trascrivono le intercettazioni", ha detto Ciancimino, e alla domanda dei giornalisti se il riferimento fosse ai carabinieri ha risposto: "Si', ma dovranno essere i magistrati competenti ad accertare i fatti e a verificare se siano state sottratte prove a mio favore".