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13/11/2009 05:28:01

Gianfranco Criscenti: "Ecco la ricostruzione delle vicende di mafia ed estorsione ad Alcamo"

Le donne hanno avuto sempre un ruolo importante in Cosa Nostra, e questo anche nel trapanese. Quello che francamente non mi aspettavo è l’alleanza, ipotizzata dagli investigatori, tra un frangia del clan dei Melodia e i Greco detti “stiddari”. Perché tra i Melodia, o diciamo i corleonesi, e i Greco c’è sempre stato un odio a seguito anche della cruenta guerra di mafia che nel ’91 lasciò sul tappeto 50 morti.

 

Cosa può aver giustificato un riavvicinamento delle due famiglie?

Gli investigatori parlavano di uno “stato di necessità”, forse c’è un momento di difficoltà all’interno di Cosa Nostra e comunque questa presunta alleanza tra gli “stiddari” e i Melodia, o meglio una parte dei Melodia, nasce proprio dalla spaccatura che si è creata all’interno dello storico clan. Parliamo di Cola Melodia, padre dell’attuale capo mandamento di Alcamo Antonino Melodia e di Ignazio “u dutturi”. Nino sta scontando una pena all’ergastolo, “u dutturi” a 12 anni di reclusione. Dall’altra parte c’è invece Diego Melodia, alias “Dik Dik”, che negli ultimi anni ha avuto dei contrasti col fratello, quindi la rottura tra Cola e Diego apre questa nuova presunta alleanza. Chiaramente gli investigatori hanno elementi che possono confermarlo, però mi lascia perplesso perché la guerra del ’91 ha provocato 50 morti e non sono cose che si dimenticano dall’oggi al domani.

 

Durante la conferenza stampa gli investigatori parlavano ancora una volta di quella che è la piaga del racket nel nostro territorio, facendo capire di uno stato un po’ arretrato della coscienza dell’opinione pubblica rispetto alla denuncia di tangenti ed estorsioni…

Un po’ troppo arretrato. Da quello che viene fuori da questa operazione di Alcamo gli imprenditori non si sono mai rivolti né agli organi di polizia né alle associazioni antiracket che ad Alcamo lavora da alcuni anni. Ma da quello che si evince dalle indagini si sono rivolti agli amici degli amici. Questo conferma che la mafia è ben visibile: l’imprenditore che viene contattato dal “picciotto” che vuole il pizzo sa a chi si deve rivolgere per cercare una mediazione. Quindi questa mafia non è qualcosa di invisibile, ad Alcamo ha nome e cognome.

 

…E uno preferisce l’intermediazione piuttosto che la denuncia. Quindi da tutti i nomi degli episodi scoperti dagli inquirenti, estorsioni a ditte di costruzioni e concessionarie, non c’è stata nessuna denuncia?

No. Solo in un caso è pervenuta alla polizia una segnalazione da parte di un rivenditore di automobili di aver ricevuto richieste di pizzo, ma non ci sono denunce vere e proprie.

 

E il tutto si inserisce in un contesto, nella provincia di Trapani, in cui non ci sono pentiti. Abbiamo solo collaboranti…

In provincia di Trapani l’ultimo è il dichiarante Birrittella che ha fatto un po’ luce sulla mafia trapanese. Ma Birrittella è un dichiarante, appunto. In provincia di Trapani dobbiamo andare indietro di 10 - 15 anni per parlare di collaboratori. L’ultimo importante è stato Vincenzo Sinacori di Mazara del Vallo, o Milazzo di Paceco. Se parliamo di Alcamo dobbiamo risalire alla metà degli anni ’90 con il pentimento del boss Giuseppe Ferro e del figlio Vincenzo. Ma dopo questi pentimenti non ci sono stati dei collaboratori di giustizia.

 

Sono arrivate numerose dichiarazioni dei politici in occasione dell’operazione, anche da parte del Presidente della Provincia Turano arrivano i complimenti alla squadra mobile…

I politici dovrebbero limitarsi un po’ con i comunicati e le dichiarazioni, farebbero bene se adottassero invece comportamenti più limpidi e trasparenti nel loro operato. Ogni qualvolta che ci sono operazioni antimafia c’è sempre la corsa a scrivere il comunicato il più delle volte per guadagnarsi un trafiletto sui giornali.

 

Il consigliere provinciale Pellerito è coinvolto in questa vicenda, è difeso dall’avvocato Lauria che è collega di Turano e condividono lo stesso studio legale…

Quest’operazione coinvolge un consigliere provinciale, Piero Pellerito, e sfiora anche un parlamentare nazionale che è il senatore Nino Papania. Pellerito, che è già indagato per favoreggiamento nell’ambito di un’altra operazione antimafia che ha riguardato pure Alcamo, è stato raggiunto da un’informazione di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo le indagini avrebbe partecipato a delle riunioni in una macelleria ad Alcamo dove si tenevano dei mini-summit organizzati dal vecchio boss Cola Melodia.


Pellerito si è giustificato dicendo di essere un cliente abituale della macelleria e quindi la sua presenza era giustificata per questo.

L'indagine sfiora anche il senatore Papania perché c’è il suo factotum, colui che cura il giardino della villa di Scopello, Filippo Di Maria, che è l’autista di Cola Melodia ed è questo “picciotto” che addirittura ha tenuto i contatti con Salvatore Lo Piccolo. Per incontrare Melodia, Lo Piccolo  contattava questo Filippo Di Maria.

 

È quindi singolare che questo autista del vecchio boss Melodia tenesse l’orto per Papania…

Però ci sono delle indagini dalle quali escono fuori anche altre cose. Di Maria si era anche

impegnato nelle primarie del 2005, quando ci fu la sfida Latteri-Borsellino, appoggiando Latteri. E poi ci sono anche dei contatti che il Di Maria ha tenuto con esponenti di primo piano della segreteria del senatore Papania. Gli investigatori dicono “è vero che Alcamo è una città piccola e ci si conosce tutti, però dalle indagini non viene fuori nessun elemento che possa comprova la conoscenza da parte di Papania di questo ruolo di Di Maria". Insomma, Papania era ignaro, però in una piccola città come Alcamo una maggiore prudenza da parte dei politicisarebbe opportuna.